“Quando ero commissario alla revisione della spesa avevamo calcolato come i costi del Parlamento italiano fossero tra i più alti”, spiega Carlo Cottarelli, direttore dell’Osservatorio sui conti pubblici dell’università Cattolica, che a luglio dello scorso anno aveva calcolato come i risparmi della riforma, sottoposta a referendum confermativo il 20 e 21 settembre prossimi, inciderebbero per appena lo 0,007% della spesa pubblica italiana. Se la riforma avrà effetti sul funzionamento del Parlamento e in prospettiva ricadute sulla finanza pubblica, occorrerà invece capire quale legge elettorale dovrà completare la nuova architettura, aggiunge in una intervista a Milano Finanza.
“II problema è l’assenza di verifiche sui redditi. Se nell’immediato è possibile accettarlo per fare arrivare in fretta il sostegno, ora occorre intervenire per correggere il meccanismo – sottolinea -. All’inizio è stato necessario intervenire con strumenti di integrazione al reddito. Più si va avanti diventa importante sfruttare strumenti per rilanciare la domanda. Uno strumento come l’ecobonus può rilanciare le costruzioni. Altri sostegni al reddito corrono il rischio di diventare mero risparmio. La ripresa economica passa però dagli investimenti pubblici, per i quali bisogna rendere efficiente la burocrazia e intervenire sui tempi della giustizia”.