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NEXTA, la versione Bielorussa dell'osservatorio siriano per i diritti umani

Il canale Telegram Nexta sta alla situazione in Bielorussia come l’Osservatorio siriano per i diritti umani sta al conflitto in Siria.
“Esclusiva: dentro il canale Telegram Nexta, fonte indipendente di informazioni in Bielorussia”: così titolava l’11 agosto Euronews, né il primo né l’ultimo di una serie di media internazionali  ad affidarsi a Nexta per le notizie sulla situazione in Bielorussia.
Ma che cos’è Nexta? Stando alle informazioni a nostra disposizione, la storia del canale Telegram salito alla ribalta con le elezioni presidenziali del 9 agosto in Bielorussia ricorda molto da vicino, almeno per tre aspetti, quella del famigerato Osservatorio siriano per i diritti umani.
Il primo punto in comune riguarda la lontananza degli amministratori dal luogo degli eventi: se l’Osservatorio siriano per i diritti umani ha sede a Coventry, Inghilterra, Nexta è invece gestito – come afferma apertamente anche Euronews – dalla Polonia. Da una rapida occhiata al profilo Facebook del caporedattore di Nexta, Roman Protasevich, quest’ultimo sembra essersi trasferito a Varsavia il 28 novembre 2019.
 Un paio di giorni dopo, il 1 dicembre, termina la sua collaborazione con l’agenzia di stampa Euroradio meglio conosciuta come “European Radio for Belarus”.
Trattasi, come si legge su Wikipedia, di una “stazione radio internazionale con sede a Varsavia che fornisce notizie indipendenti, informazioni e intrattenimento ai cittadini della Bielorussia dal 26 febbraio 2006″.
Guarda caso, giusto in tempo per le elezioni presidenziali bielorusse del 19 marzo 2006, cui fece seguito, come probabilmente non tutti sanno, la famosa “rivoluzione dei jeans“. 
“La missione della radio”, continua l’enciclopedia online, “è di fornire informazioni concrete, attuali, indipendenti, affidabili e aggiornate agli ascoltatori bielorussi sugli eventi in Bielorussia e nel mondo, nonché di promuovere i valori democratici europei” e di “assistere lo sviluppo di una nuova generazione di giornalisti, che in futuro saranno in grado di lavorare professionalmente in Bielorussia durante una transizione verso la democrazia e il libero mercato”.
Vi ricorda qualcosa?
Continuando a scavare nel passato di Protasevich, scopriamo che nel 2012, stando al sito di informazioni ucraino in lingua russa Strana.ua , egli faceva parte del movimento di centro-destra “Fronte giovanile”, il più grande movimento di opposizione giovanile della Bielorussia.

Del suo collega, il giornalista Stepan Putila (sui social Stepan Svetlov, sappiamo che lavorava per Belsat TV, emittente televisiva in lingua bielorussa con sede a Varsavia, di proprietà della Telewizja Polska.
Insieme, Nexta e il canale “gemello” Nexta Live contano qualcosa come un milione e mezzo di iscritti.
Sono questi canali, come afferma Strana.ua, a coordinare in tempo reale le azioni dei manifestanti a Minsk, aizzandoli contro le forze dell’ordine e informandoli sui loro spostamenti.
Nexta è anche dietro la bufala sul coinvolgimento delle forze speciali della Federazione Russa nella repressione dei disordini nella capitale bielorussa: il video che ne parla è stato rimosso dal canale ma alcuni utenti sono riusciti a scaricarlo.
Mentre scriviamo è ancora visibile a questo link .
Eppure Protasevich, intervistato da Euronews , non solo ha dichiarato di fare “solo da portavoce dell’umore delle persone”, limitandosi a “trasmettere quello che dicono”, ma ha anche assicurato che “in ciascuna delle aree abbiamo le nostre persone, fonti fidate, con le quali comunichiamo da molto tempo” e che “forniscono informazioni sempre accurate al 100%”.
Questo per quanto riguarda il presunto carattere “indipendente” del canale Telegram, secondo punto in comune – a quanto pare – con l’Osservatorio siriano per i diritti umani, quest’ultimo finanziato dal Regno Unito e da altri Paesi occidentali.  
Terzo punto, ultimo ma non certo per importanza, riguarda lo status di Nexta nel panorama dell’informazione mainstream sulla Bielorussia.

Come l’organizzazione fondata dall’oppositore siriano Rami Abdul Rahman è stata eletta dai “professionisti dell’informazione” unica fonte attendibile sul conflitto in Siria, allo stesso modo possiamo aspettarci che il canale Telegram gestito dalla Polonia diventi la loro fonte principale di informazioni sulla politica di Minsk e sui disordini in Bielorussia.  
 

Giulia Zanette

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