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Coronavirus: Salvini incalza il governo sui contenuti del dossier segreto

Dopo la lettera al Corriere della Sera dei giorni scorsi, il leader della Lega Matteo Salvini non molla la presa e incalza il governo sui contenuti del dossier segreto, risalente allo scorso febbraio, sulla gestione della fase iniziale della pandemia. Nelle ultime ore l’ex-ministro dell’Interno è tornato più volte sull’argomento, polemizzando sia col ministro della Salute Roberto Speranza e col premier Conte, presagendo anche azioni legali e parlamentari per ottenere trasparenza sul documento in questione.

Noi – ha ribadito stamani Salvini – chiediamo semplicemente trasparenza, chiarezza, che non ci siano segreti di Stato su settimane drammatiche. Vogliamo capire, senza voler fare i processi a nessuno – ha proseguito – se i medici chiedevano la chiusura delle zone rosse in Lombardia e il governo non l’ha fatto e perchè; se i medici hanno lanciato l’allarme a febbraio e il governo ha mandato 18 tonnellate di mascherine e materiale sanitario in Cina e perchè. A noi interessano i tempi, i modi e le spiegazioni Io non do pre-giudizi. Vorrei solo che il ministro della Salute, invece di insultare me dandomi del piccolo uomo, desse risposte. Che Conte, invece di insultare me, desse risposte, ripeto: sono risposte che meritano gli italiani, meritano i medici, meritano gli infermieri, meritano i parenti dei morti e dei contagiati. Il governo aveva elementi per agire prima? Lo chiedo senza spirito polemico“.

Sul segreto, in particolare, Salvini ha osservato che “all’inizio ci poteva stare, ma adesso siamo a settembre: è giusto capire se il Governo aveva gli elementi per agire prima e salvare vite e non lo ha fatto”. Un fronte polemico che si salda con quello caldo della ripresa scolastica ormai imminente e in alcune zone già in svolgimento: “Da papà – ha affermato Salvini – voglio certezze. Ad oggi insegnanti, studenti, presidi, non hanno certezze. Siamo l’unico Paese in Europa che ancora sulla scuola non ha bidelli, insegnanti, aule e banchi“.

Nel quadro della situazione emergenziale, però, Salvini suggerisce un graduale ritorno alla normalità per il calcio, con l’apertura parziale degli stadi: “Con cautela – afferma – riaprirei gli stadi. Penso che in stadi che tengono 70/80mila persone , sia possibile far entrare diecimila persone. Hai aperto i cinema e i teatri, perchè non gli stadi? Anche perchè dagli stati dipendono migliaia e migliaia di posti di lavoro“. Interpellato poi sulle imminenti elezioni regionali, il leader del Carroccio ha ribadito infine la distinzione tra questa consultazione e le vicende dell’esecutivo: “non è un voto ideologico come le Europee e le Politiche, è un voto concreto ma è un voto per la sanità, per le strade, per i rifiuti. Sarà un voto di rinnovamento. Sarà un voto dei fiorentini per i fiorentini e dei baresi per i baresi. Non avrà – ha concluso – un impatto sul governo“.

 

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