Sarà eletto mercoledì il nuovo presidente della Corte Costituzionale, dopo il termine del mandato di Marta Cartabia, prima donna a ricoprire la carica più alta al palazzo della Consulta. I giudici costituzionali sono convocati alle 11 in camera di consiglio. Alla votazione parteciperanno anche i due nuovi giudici: Angelo Buscema eletto dalla Corte dei Conti il 12 luglio ed Emanuela Navarretta nominata il 9 settembre dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Entrambi presteranno giuramento al Quirinale nel pomeriggio di domani, dopo la convalida dei titoli da parte della Corte Costituzionale. Subito dopo l’elezione, verso le 12, il nuovo presidente incontrerà, come da tradizione, i giornalisti accreditati nel ‘Salone Belvedere’ all’ultimo piano del Palazzo della Consulta, ovviamente nel rispetto delle prescrizioni per il contenimento della diffusione del coronavirus. Il criterio un tempo largamente prevalente dell’anzianità di nomina, anche a costo di avere presidenze brevi, talora brevissime, ha lasciato spesso il posto negli ultimi tempi a diverse considerazioni, anche se resta comunque un criterio non solo valido ma anche preso comunque in considerazione. In tal senso, il ‘totopresidente’ per l’elezione di mercoledì vede quanto meno in ‘pole position’ tre nomi.
Se prevarrà il criterio della scelta per anzianità, il candidato a succedere a Marta Cartabia è Mario Rosario Morelli, romano, 79 anni, già presidente di sezione della Cassazione e attuale vicepresidente della Corte Costituzionale. Ma in questo caso di tratterebbe di una presidenza breve, di appena tre mesi,
avendo giurato alla Consulta il 12 dicembre del 2011 in una carica della durata di nove anni. Di maggior respiro temporale sarebbe la presidenza di Giancarlo Coraggio, napoletano, anche lui 79enne, già presidente del Consiglio di Stato, il cui mandato durerebbe circa un anno e mezzo, scadendo a gennaio del 2022. Infine, il nome sicuramente più conosciuto all’opinione pubblica fra gli attuali membri della Corte Costituzionale, quello di Giuliano Amato, torinese, 82enne, ex presidente del Consiglio in due governi, tra il 1992 e il 1993 e tra il 2000 e il 2001, più volte ministro: al Viminale, al Tesoro e al dicastero delle Riforme. Se la scelta ricadesse su Amato, la sua presidenza al palazzo della Consulta durerebbe esattamente due anni.