Il primo confronto diretto fra i due candidati presidenziali americani si è risolto in una serie di attacchi personali. “Un disprezzo mai sentito nella politica americana,” scrive il New York Times, “Il peggior dibattito elettorale mai visto,” sottolineano i media britannici.
Le bordate sono giunte da entrambi, fra interruzioni ed insulti.
Non è stato risparmiato l’attacco sulle tasse, tasto dolente per il presidente in carica, e su cui è stato criticato negli ultimissimi giorni.
“Toglierò i tagli alle tasse fatti da Trump ed investirò per la gente che ha bisogno di aiuto.” Ha rimarcato Biden, che in seguito, sui contrasti fra il suo partito e le sue politiche, è stato lapidario, “Il Partito Democratico sono Io.”
Sulle rivolte che hanno scosso l’America, Trump ha risposto a mezza bocca sui suprematisti bianchi, non condannandoli direttamente ma invitandoli a “fare un passo indietro,” ed ha poi incalzato sulla sinistra radicale, “Qualcuno deve fare qualcosa relativamente agli Antifa, questo è un problema di sinistra, non di destra.”
Sul voto postale, Trump insiste, “Sarà una frode,” Sul Covid, Biden ribadisce la necessità dell’uso delle mascherine da qui a gennaio, mentre Trump sottolinea le contraddizioni del suo stesso consigliere Anthony Fauci, “Prima ha detto che non servivano, poi ha cambiato idea.”
Grande assente: la politica estera, con l’eccezione della Cina, appena menzionata nel contesto del Covid.
Un silenzio sin troppo assordante. A 35 giorni dal voto, i sondaggi suggeriscono un lieve vantaggio di Biden.
Ma in molti stati chiave i numeri parlano di un testa a testa e 1 americano su 10 è ancora indeciso.
Insomma, il dibattito non sembra aver aggiunto nulla di nuovo e la partita è ancora tutta aperta.
Non è stato risparmiato l’attacco sulle tasse, tasto dolente per il presidente in carica, e su cui è stato criticato negli ultimissimi giorni.
“Toglierò i tagli alle tasse fatti da Trump ed investirò per la gente che ha bisogno di aiuto.” Ha rimarcato Biden, che in seguito, sui contrasti fra il suo partito e le sue politiche, è stato lapidario, “Il Partito Democratico sono Io.”
Sulle rivolte che hanno scosso l’America, Trump ha risposto a mezza bocca sui suprematisti bianchi, non condannandoli direttamente ma invitandoli a “fare un passo indietro,” ed ha poi incalzato sulla sinistra radicale, “Qualcuno deve fare qualcosa relativamente agli Antifa, questo è un problema di sinistra, non di destra.”
Sul voto postale, Trump insiste, “Sarà una frode,” Sul Covid, Biden ribadisce la necessità dell’uso delle mascherine da qui a gennaio, mentre Trump sottolinea le contraddizioni del suo stesso consigliere Anthony Fauci, “Prima ha detto che non servivano, poi ha cambiato idea.”
Grande assente: la politica estera, con l’eccezione della Cina, appena menzionata nel contesto del Covid.
Un silenzio sin troppo assordante. A 35 giorni dal voto, i sondaggi suggeriscono un lieve vantaggio di Biden.
Ma in molti stati chiave i numeri parlano di un testa a testa e 1 americano su 10 è ancora indeciso.
Insomma, il dibattito non sembra aver aggiunto nulla di nuovo e la partita è ancora tutta aperta.
ISRAELE: IN LIBANO POSSIBILE NUOVA ESPLOSIONE
“Israele non esclude un attacco preventivo contro l’Iran.
Se gli iraniani intendono stanziarsi nel nord, siamo pronti a combatterli.”
Lo ha dichiarato il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu martedì 29 settembre, durante la cerimonia commemorativa della Guerra dello Yom Kippur del ‘73.
Sempre Netanyahu, utilizzando una tattica ormai familiare, durante il discorso rivolto all’Assemblea Generale dell’Onu, ha mostrato una mappa di Beirut, ricordato l’esplosione di agosto e dichiarato che il movimento libanese Hezbollah, alleato di Teheran, possiede dei depositi segreti di missili nei pressi dell’Aereoporto internazionale di Beirut, nell’area di Janah.
Non solo, si è lasciato andare a predizioni. “Il deposito è vicinissimo ad una compagnia di gas,” ha avvertito, “potrebbe verificarsi un’altra tragedia. Invito la popolazione di Janah a protestare. Vi usano come scudi umani”.
Se gli iraniani intendono stanziarsi nel nord, siamo pronti a combatterli.”
Lo ha dichiarato il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu martedì 29 settembre, durante la cerimonia commemorativa della Guerra dello Yom Kippur del ‘73.
Sempre Netanyahu, utilizzando una tattica ormai familiare, durante il discorso rivolto all’Assemblea Generale dell’Onu, ha mostrato una mappa di Beirut, ricordato l’esplosione di agosto e dichiarato che il movimento libanese Hezbollah, alleato di Teheran, possiede dei depositi segreti di missili nei pressi dell’Aereoporto internazionale di Beirut, nell’area di Janah.
Non solo, si è lasciato andare a predizioni. “Il deposito è vicinissimo ad una compagnia di gas,” ha avvertito, “potrebbe verificarsi un’altra tragedia. Invito la popolazione di Janah a protestare. Vi usano come scudi umani”.
AZERBAIGIAN NEGA IL COINVOLGIMENTO MILITARE TURCO NELL’ARTSAK
Secondo un comunicato delle forze militari armene, martedì 29 settembre un caccia F-16 turco ha abbattuto un jet SU-25 dell’aereonautica armena, mentre era in corso un attacco azero nella regione di Artsack.
La Turchia smentisce. Allo stesso modo il presidente dell’Azerbaigian Ilham Aliyev, il quale afferma, “Non vi è alcun coinvolgimento della Turchia nel conflitto, se non sostegno morale a Baku.
Le voci che l’Armenia sta diffondendo a riguardo sono provocazioni.”
Il Ministero della Difesa armeno, riporta il canale libanese Al Masdar, ha successivamente diffuso in serata un video in cui si mostra l’abbattimento di due elicotteri appartenenti alle forze militari dell’Azerbaigian.
A breve, interviste ed approfondimenti su ecodaipalazzi.it
La Turchia smentisce. Allo stesso modo il presidente dell’Azerbaigian Ilham Aliyev, il quale afferma, “Non vi è alcun coinvolgimento della Turchia nel conflitto, se non sostegno morale a Baku.
Le voci che l’Armenia sta diffondendo a riguardo sono provocazioni.”
Il Ministero della Difesa armeno, riporta il canale libanese Al Masdar, ha successivamente diffuso in serata un video in cui si mostra l’abbattimento di due elicotteri appartenenti alle forze militari dell’Azerbaigian.
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Testi a cura di Leni Remedios per Andromeda Project
in collaborazione con Eco dai palazzi, sezione esteri.
Video editing Nicola Alberi