Dopo la firma del nuovo DPCM circa le misure per il contenimento del Covid 19, emergono le mai sopite preoccupazioni sugli effetti pandemia. Questa, infatti, ha influenzato le abitudini di tutto il mondo e ha determinato il peggioramento delle disuguaglianze di genere sotto l’aspetto economico, sociale, familiare, relazionale.
Il virus, che molti hanno ribattezzato come “virus globale della disuguaglianza”, infatti, ha aumentato di fatto il peso dell’assistenza, già gravante in via prevalente sulle donne e ha evidenziato, aggravandole, le criticità con riferimento al mercato del lavoro, alla condivisione degli impegni di cura e assistenza, alla violenza domestica, alla formazione professionale, al reddito individuale. Da una serie di documenti che sono stati pubblicati in questo periodo di crisi – come il Report dell’ONU (The impact of Covid 19 on Women) del 9 aprile 2020, gli ultimi dati Eurostat sulla disparità salariale tra uomini e donne dell’aprile 2020, la nota tecnica dell’UNICEF che propone 5 azioni per la parità di genere nella risposta al Covid 19, il Rapporto annuale ISTAT 2020 – emerge la necessità di un programma efficace di azioni positive, senza il quale si rischia che le conquiste culturali e sociali faticosamente ottenute negli anni vengano vanificate in breve tempo.
Interessanti, al riguardo, sono due documenti dell’Unione Europea: la comunicazione “Un’Unione dell’eguaglianza: la strategia per la parità di genere 2020-2025”, presentato dalla Commissione europea il 5 marzo scorso, e il “Piano per la ripresa dell’Europa”, proposto il 26 maggio 2020 dalla Commissione europea e in via di approvazione dal Parlamento europeo e Consiglio. Il primo ha delineato le principali azioni da intraprendere per garantire nei prossimi 5 anni la parità di genere, principio fondamentale dell’Unione Europa, e impegnandosi a garantire che la Commissione includa una prospettiva di uguaglianza in tutti i settori di azione dell’UE (parità di partecipazione e di opportunità nel mercato del lavoro, parità retributiva, equilibrio di genere a livello decisionale e politico, contrasto alla violenza domestica). Il secondo ha stanziato 750 miliardi di euro per contribuire a riparare i danni economici e sociali causati dalla pandemia, sfruttando le potenzialità offerte dal bilancio dell’UE.
E’ già un passo in avanti? Probabilmente si. Ma occorre mantenere alta l’attenzione su questi temi e continuare sul percorso positivo tracciato.