Pochi giorni fa WeWorld, organizzazione italiana che difende i diritti di donne e bambini in 27 Paesi tra cui l’Italia, ha pubblicato l’edizione 2020 del Rapporto annuale che misura il livello di inclusione di donne e bambini in 172 Paesi del mondo, attraverso 34 indicatori riferiti a salute, istruzione, economia, società, contesto ambientale e culturale, con un approfondimento specifico concernente l’impatto del Covid nel mondo.
Secondo lo studio, i Paesi che non garantiscono una vita dignitosa alle fasce più vulnerabili della popolazione, cioè donne e bambini, sono 110 su 172 (praticamente 2 su 3). Tra essi, in ben 49 paesi (cioè 1 su 3) le forme di esclusione sono gravi o gravissime: violenza, basso accesso a istruzione e cure mediche, assenza di un ambiente sano in cui crescere.
I paesi vengono divisi in 5 zone a seconda del livello di inclusione: area 1. Buona inclusione; area 2. Inclusione sufficiente; area 3. Inclusione insufficiente; area 4. Esclusione grave; area 5. Esclusione molto grave.
La Norvegia, seguita da Finlandia, Islanda e Svezia, è la prima della lista dei Paesi che garantiscono una inclusione elevata; i paesi dell’Europa centrale e settentrionale, Nuova Zelanda, Canada e Australia, sono nelle posizioni più alte). Molti paesi africani e i due Paesi asiatici, Yemen e Afghanistan sono classificati nelle ultime posizioni. L’Italia è compresa tra i paesi della seconda fascia (area 2. Inclusione sufficiente).
La pandemia da Covid-19 ha portato a una ulteriore limitazione dei diritti fondamentali per donne e bambini nel mondo e ha avuto un forte impatto negativo sull’accesso all’istruzione, con la conseguenza che nel 2020 i paesi con un livello di inclusione non sufficiente, sono aumentati del 5%.
Inoltre, durante la pandemia, la violenza contro le donne è aumentata del 25% e risultano a rischio violenza fisica, sessuale e psicologica fino a 85 milioni di bambini in più rispetto a prima dell’epidemia. Emerge che oltre 117 milioni sono i bambini che entro la fine del 2020 vivranno in condizioni di povertà estrema a causa del Covid.
Sono dati agghiaccianti che sottolineano l’urgenza di efficaci piani di risposta, nazionali, europei e internazionali, che diano effettiva priorità al sostegno e alla protezione delle vittime di violenza e delle fasce più vulnerabili.