“La nostra azione di governo è ispirata da valori e principi imprescindibili. Lo stiamo facendo anche in queste ore, lavorando con serietà e impegno. Oggi vi annuncio che il Governo ha revocato le autorizzazioni in corso per l’esportazione di missili e bombe d’aereo verso l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti“. Questo il contenuto dell’annuncio del ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, in un post su Facebook. Secondo le elaborazioni di Rete Pace e Disarmo e Opal, questa revoca va a cancellare la fornitura di oltre 12.700 ordigni.
Accade poche ore dopo il ritorno di Matteo Renzi dall’Arabia Saudita dov’era stato per tenere una conferenza a pagamento, e nella quale aveva definito il Paese “culla” di un possibile “nuovo Rinascimento” suscitando aspre critiche da parte del Centrosinistra e del M5S.
“Un atto che ritenevamo doveroso, un chiaro messaggio di pace che arriva dal nostro Paese. Il rispetto dei diritti umani è un impegno per noi inderogabile. Continuiamo a lavorare seguendo la strada maestra” ha concluso di Maio nel suo post. Gli fa eco il sottosegretario agli esteri Manlio Di Stefano: “Da pacifista prima ancora che da Sottosegretario Di Stato sono estremamente felice del percorso fatto, insieme alla società civile e al Parlamento, per bloccare una vergogna lasciataci in eredità da Matteo Renzi ai tempi del suo mandato da Premier, la maxi commessa da oltre 20.000 bombe all’Arabia Saudita nel 2016, proprio nel momento peggiore della guerra in Yemen. Un percorso chiuso ormai da oltre una settimana che si conclude solo formalmente oggi, con una temporalità che fa riflettere sul problema enorme ancora irrisolto del conflitto d’interessi dei nostri politici, proprio al ritorno del Senatore Di Rignano da una strapagata conferenza a Riad”.
“Abbiamo finalmente applicato la legge 185 del 1990 al coinvolgimento dell’Arabia Saudita nella guerra in Yemen”, evidenzia Laura Boldrini (Pd).
