Questioni di donne. Lidia Ravera: “Le donne in politica si lamentano dei posti ma parlano la lingua maschile e non impongono mai la versione femminile della politica. Non rappresentano le altre donne ma fanno gli stessi giochi maschili: sono entrate nel Palazzo senza imporre la loro diversità” (int. su La St);
Situazione. Mentre Draghi è in ritiro a preparare il discorso, esplodono le crisi dei partiti: Cinque stelle senza bussola e in mille pezzi, Pd ancora scosso dalla convivenza con la Lega e dilaniato dalla questione femminile, Salvini vuole recuperare un ruolo dopo essere stato costretto dai suoi a dire sì al governo Draghi. Pure Leu è riuscita a spaccarsi (Cesaretti sul Gn);
Parole sagge. Sala: “È un governo che va supportato ad ogni costo. Meglio lasciarlo lavorare prima di sparare giudizi. Ci sono persone molto capaci e, allo stesso tempo, è stato garantito l’equilibrio fra i partiti (int. sul Cds);
Gesuita doc. Draghi da sempre incarna il più importante insegnamento gesuita: esercitare la leadership senza voler diventare il capo (Meletti su Dom);
Effetti collaterali. Stare insieme al governo potrebbe suggerire ai partiti di abbandonare l’arma della delegittimazione dell’avversario. Non hanno capito che più si delegittimano a vicenda più creano le condizioni per governi tecnici. Lasciassero lavorare in pace il governo e si preparassero alle prossime elezioni (Mieli sul Cds);
Malpancisti. La fronda ribelle grillina (trenta senatori e quaranta deputati) inizia a organizzarsi nelle chat. Casaleggio li vuole usare per riprendersi il partito e spinge affinchè il voto di astensione in Parlamento non sia punito con l’espulsione. Crimi ai parlamentari: “Meno siamo a votare la fiducia meno sottosegretari avremo” (Buzzi sul Cds);
Punching ball. Vito Crimi prova a riaprire gli account social ma viene riempito di insulti ed è costretto a richiuderli. Sulla pagina facebook di Di Maio addirittura si invita a “non essere troppo severi” nei commenti. Quando si dice la nemesi (Imarisio sul Cds);
Fatti una domanda. L’on. Iovino del M5s: “Ci hanno trattato da deficienti”. Chissà come mai (Cesaretti sul Gn);
“Fatto unico”. Il rituale del saluto dei dipendenti di Palazzo Chigi si è avuto con Prodi (I e II), D’Alema, Berlusconi, Gentiloni e Renzi. Solo per Casalino è un “fatto unico ed eccezionale” (Messina su Rep).
G.L.