Un sostegno maggiore a difesa dei propri diritti e strumento di incoraggiamento a denunciare
La disposizione censurata introdotta con decreto legge nel 2009, sulle “misure urgenti in materia di sicurezza pubblica e di contrasto alla violenza sessuale”, che prevede l’automatica ammissione al patrocinio a spese dello Stato della persona offesa dai reati di maltrattamenti, mutilazioni genitali, violenza sessuale, stalking e altri delitti contro la persona, – a prescindere dalla situazione economica della persona offesa -, secondo la Consulta (sentenza 1 del 2021) “è ragionevole”.
Essa, infatti, si basa sull’esigenza di fornire massima tutela alle vittime, particolarmente vulnerabili, di questi reati, incentivando le denunce da parte delle vittime.
La decisione è, peraltro, in linea con l’evoluzione del nostro ordinamento giuridico in materia di violenza. In considerazione del crescente allarme sociale ed a fronte della preoccupante crescita degli episodi collegati alla violenza di genere e sessuale, è stato dato grande spazio a provvedimenti in grado di garantire una risposta più efficace verso i reati contro la libertà e l’autodeterminazione sessuale. Di qui la volontà di approntare un sistema più efficace per sostenere le vittime, agevolandone il coinvolgimento nell’emersione e nell’accertamento delle condotte penalmente rilevanti.
Si delineano dunque, per fortuna, norme sempre più moderne che guadano agli “allarmi quotidiani” ed al concreto sostegno dei soggetti offesi e particolarmente vulnerabili.