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Covid. Per il ministro Giovannini adesso serve ripensare le città e l’igiene sui mezzi

Il “rischio ragionato” di cui ha parlato il presidente del Consiglio, Mario Draghi, e che sta alla base della ripartenza di scuole e pubblici esercizi “non è una scelta solo di Draghi: è una scelta del governo nel suo complesso”. Così il ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, Enrico Giovannini, in un’intervista a ‘La Stampa’. Al 26 aprile sul fronte dei trasporti come ci arriviamo? “Intanto, con il forte investimento fatto dal governo precedente proprio per potenziare le linee di trasporto pubblico locale, stanziamento che le amministrazioni locali hanno utilizzato. Adesso, a partire da oggi, dobbiamo ragionare con loro se è possibile potenziare ulteriormente il servizio”. “Allo studio – sottolinea – abbiamo una serie di nuove ipotesi che valuteremo con le Regioni per aumentare la sicurezza sui mezzi pubblici, tra cui quella di sanificare più volte al giorno i mezzi di trasporto, un elemento visibile che rassicura i viaggiatori”. Tranquillo, quindi? “Direi impegnato al massimo. Ci aspetta una discussione non facile, che richiede uno sforzo da parte di tutti in nome di un obiettivo condiviso: trasportare quanto più ragazze e ragazzi degli istituti superiori nell’ultimo mese e mezzo di scuola. Sono convinto – afferma Giovannini – che ci sarà l’impegno di tutti, anche dei sindacati, perché si tratta di un obiettivo fortemente condiviso da tutta la società italiana. Ma serve molta responsabilità da parte di tutte le parti”. Secondo Giovannini, “in prospettiva occorre ripensare gli orari delle città nel loro complesso, non solo delle scuole ma anche degli uffici e ragionare sulla pressione sui mezzi pubblici, che però, forse, sarà attenuata dal fatto che molte imprese e molte amministrazioni pubbliche comunque continueranno col lavoro a distanza”.

Sulle sanificazioni dati dei Nas inquietanti? “La lettura di quel rapporto – afferma Giovannini – è stata un po’ allarmistica perché le percentuali di tracce del virus che sono state rilevate, secondo gli esperti, presentavano una carica virale molto bassa. Non è che il problema non esista, ma può essere affrontato igienizzando di più i mezzi. Certo, in alcune aree del Paese c’è il problema della compresenza di tante persone sui mezzi pubblici, anche con l’attuale situazione, ed è su questo che ci confronteremo”. Il tetto del 50% di occupazione dei mezzi pubblici – aggiunge il ministro – “è un tema che fa parte della discussione complessiva in corso in questi giorni, in queste ore. Però il punto cruciale è che la situazione è estremamente diversificata, per cui è bene che siano i tavoli prefettizi a definire un quadro esatto della situazione e vedere con le istituzioni locali ciò che è possibile realizzare in concreto. Ovviamente, è importante muoversi in fretta e in modo coordinato”. Per i mesi a venire cosa si può immaginare? “Una serie di iniziative, e anche su questo ci confronteremo con le Regioni, possono essere assunte in funzione della ripresa dell’anno scolastico, perché con l’avanzamento della campagna vaccinale la situazione sarà diversa. Quello dell’affollamento dei mezzi è un tema non banale e in parte si riproporrà a settembre, per questo fin dall’inizio di aprile avevo scritto agli enti territoriali per discutere anche di una prospettiva di medio termine”.

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