“Il nostro impegno ieri come oggi è provare a migliorare, Le grida quotidiane di Salvini invece non aiutavano prima e ora rischiano di fare danni”. Lo afferma l’ex ministro del Sud Giuseppe Provenzano, oggi è uno dei due vice di Enrico Letta nel Pd, in una intervista a Il Domani. Le riaperture sono un cedimento alla Lega? “Draghi ha parlato di rischio calcolato. Speriamo sia calcolato bene. Se avesse vinto la linea Salvini ci troveremmo di fronte a un rischio incalcolabile”, “in una fase così drammatica stare sia all’opposizione che al governo come ha fatto ieri la Lega sul coprifuoco nel consiglio dei ministri è sbagliato, irresponsabile e immorale”. Poi il tema Pnrr: “Deve uscire dal cono d’ombra in cui è finito. Mancano pochi giorni alla presentazione del testo. Lo valuteremo con attenzione in vista del passaggio parlamentare. Abbiamo avanzato le nostre proposte che i nuovi progetti, in particolare quelli dei ministri Colao e Cingolani non vadano a scapito degli investimenti nelle infrastrutture sociali, degli asili nido, delle scuole a tempo pieno, nella non autosufficienza. E che gli interventi siano vincolati a un disegno di politica industriale. Siamo alla vigilia di grandi cambiamenti tecnologici, penso all’automotive. C’è grande preoccupazione per le scelte di Stellantis, non sugli stabilimenti perché con la garanzia pubblica sul megaprestito investimenti e occupazione devono essere salvaguardati, ma sulla filiera della componentistica, delle forniture. Dobbiamo capire come agevoliamo la transizione verso l’elettrico, il futuro non è solo in Francia e negli Usa”, “non possiamo permetterci una ripresa senza occupazione, buona occupazione”.
I sindacati chiedono II rinvio dello stop ai licenziamenti. ll Pd li sosterrà? “Discutiamo di come assumere, non di come licenziare. La preoccupazione dei sindacati è comprensibile, alla luce del prolungarsi dell’emergenza. Dobbiamo però distinguere fra settori e realtà che hanno sofferto la crisi e altre che non ne hanno risentita. Rispetto all’accordo raggiunto nel precedente decreto si possono fare passi avanti. Nessuna ricostruzione si può fondare sull’angoscia di perdere il lavoro”. Poi il Pd: “Non abbiamo mai svolto una discussione vera sulla nostra identitä. E la partecipazione non può esaurirsi in una gazebata, ma dobbiamo restituire potere agli iscritti. Ed è quello che abbiamo iniziato a fare, e che faremo con le agorà democratiche”. Se Conte fallisse la scalata al M5s, fallirebbe anche il nuovo Pd, basato su quell’alleanza? “Il Pd deve prima guardare a sé, rigenerarsi”.