Per il Presidente di ReL “si cerca di utilizzare una legge contro la discriminazione e l’odio razziale che al contrario può provocare nuove forme di prevaricazione“
Scrive Cicchitto nell’edizione odierna di pag. 7: “A nostro avviso le questioni fondamentali sono due e riguardano l’ultimo comma dell’articolo 1 e l’articolo 4 nel suo complesso. Il primo comma dell’ articolo 1 recita al punto a: «Per sesso si intende il sesso biologico e anagrafico», e invece afferma al punto d: «Per identità di genere si intende l’identificazione percepita e manifesta di sé in relazione al genere, anche se non corrisponde al sesso, indipendentemente dall’ aver concluso un percorso di transizione». Ebbene, a nostro avviso questo punto d non c’entra nulla con i fenomeni di discriminazione e di odio per ragioni di razza, di sesso, di preferenza sessuale. Ed invece ipotizza una inaccettabile forzatura anche dal punto di vista antropologico del tutto contraria proprio alle donne che può produrre sconvolgenti conseguenze. Per esaminare la questione in termini molto concreti vediamo cosa sta accadendo negli Usa: siccome nello Stato americano della California una follia del genere è passata sul piano legislativo ebbene in un carcere ben 270 detenuti hanno affermato la loro volontà di passare al reparto femminile, e ciò ha provocato il terrore e la reazione negativa delle detenute. Addirittura in un altro carcere uno stupratore ha manifestato la stessa intenzione: evidentemente scelte negative portate alle estreme conseguenze provocano effetti grotteschi. Non parliamo poi delle distorsioni che una scelta legislativa di questo tipo che, nota bene, dovrebbe avvenire addirittura «indipendentemente dall’ aver concluso un percorso di transizione» può provocare sul terreno delle competizioni sportive. È incredibile che il Pd si è schierato acriticamente a favore di una forzatura assolutamente devastante. Non a caso un’ indicazione di questo tipo cavalcata nel mondo anglosassone da tendenze ottusamente integraliste“.