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Senato: Presentato il “Rapporto sulla violenza di genere e domestica nella realtà giudiziaria”

La Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio nonché su ogni forma di violenza di genere, istituita nel 2018 al Senato, ha presentato il Rapporto sulla violenza di genere e domestica nella realtà giudiziaria. Il rapporto contiene i risultati delle indagini condotte presso le procure della Repubblica, i tribunali ordinari, i tribunali di sorveglianza, il Consiglio Superiore della Magistratura, la Scuola superiore della magistratura, il Consiglio nazionale forense e gli ordini degli psicologi. Pur emergendo una situazione molto variegata tra i diversi uffici giudiziari, viene evidenziata una insufficiente consapevolezza della materia della violenza che contribuisce a rendere concreto il rischio di inadeguatezza della risposta giudiziaria, con conseguenti effetti negativi  in termini di effettiva protezione delle vittime vulnerabili.

Al riguardo, viene proposta una doppia strategia: da una parte, l’attuazione di un percorso culturale che porti alla condivisione della complessità e della rilevanza della violenza di genere e domestica (attraverso la formazione e la specializzazione dei magistrati e di tutti gli operatori coinvolti, l’adeguato coinvolgimento dei consulenti tecnici psicologi e la loro effettiva preparazione sul tema); dall’altra, l’attuazione di azioni e interventi strutturali che portino all’adozione di modelli organizzativi idonei a garantire competenza e tempestività nella trattazione dei procedimenti. Quest’ultimo profilo investe, altresì, la questione del potenziamento del flusso di informazioni tra procedimento penale e procedimento civile, posto che con riferimento a quest’ultimo la relazione evidenzia l’invisibilità e la sottovalutazione della violenza di genere e domestica e la partecipazione, spesso meramente occasionale e quindi inadeguata, del pubblico ministero alle cause civili caratterizzate da una elevata conflittualità.

Sarebbe utile incentivare l’attuazione di forme virtuose di collaborazione con altri organismi e attori del processo (ordini degli avvocati, ordini degli psicologi e centri antiviolenza) attraverso la redazione di linee guida, protocolli e accordi. Fondamentale resta il tema della formazione, che per la Convenzione di Istanbul per l’eliminazione della violenza contro le donne e la violenza domestica è centrale, e che va estesa necessariamente a tutti i professionisti (magistrati, avvocati, psicologi, forze dell’ordine) che si trovano ad operare nell’ambito del contrasto alla violenza domestica e di genere. Essa, infatti, costituisce il presupposto fondamentale per il perseguimento di quell’approccio integrato e di quella collaborazione coordinata e inter-istituzionale, unica strada efficace per fronteggiare il fenomeno. Se non si hanno le giuste competenze, a trecentosessanta gradi, sotto tutti gli aspetti, giuridico, psicologico, sociale, culturale, per riconoscere la violenza, non la si può a maggior ragione contrastare in modo effettivo ed efficace.

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