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Giustizia: Via libera del plenum del Csm al parere sul decreto legislativo sulla presunzione d’innocenza

La Sede del Consiglio Superiore della Magistratura

Via libera del plenum del Csm al parere, chiesto dalla ministra della Giustizia Marta Cartabia, sul decreto legislativo sulla presunzione d’innocenza. L’ok del plenum al documento elaborato dalla Sesta Commissione di Palazzo dei Marescialli è arrivato, dopo un lungo dibattito, a larga maggioranza, con 2 soli voti contrari – quelli dei togati Sebastiano Ardita e Nino Di Matteo – e 3 astenuti.

Si tratta, ha osservato la togata di Magistratura Indipendente Loredana Micchichè, relatrice del parere approvato in plenum, di “disposizioni attuative della direttiva Ue in tema di presunzione di non colpevolezza dell’imputato”: nel parere vengono espresse alcune ‘criticità tecniche’, ma “la legge comunitaria da attuare – ha rilevato la relatrice – è un obbligo a cui non ci possiamo sottrarre e che le limitazioni delle comunicazioni delle procure ai casi di esigenze di indagine o di rilevante interesse pubblico e’ attuativa della direttiva comunitaria, che testualmente la prevede”.

Proprio su questo punto si sono concentrate le critiche di Ardita e Di Matteo: quest’ultimo ha annunciato il suo voto contrario parlando di “svolta illiberale”, e di “bavaglio” ai pm, mentre Ardita ha affermato che “è doveroso che il Csm difenda i diritti dei cittadini, incluso quello dei cittadini ad essere correttamente informati”.

Per il togato Carmelo Celentano, presidente della Sesta Commissione, il nodo centrale e’ il “diritto del cittadino ad essere informato, ma anche dell’incolpato a non essere trattato come un presunto colpevole. Non ci sono solo i processi show, con imputati che hanno accesso alla stampa, ci sono anche le piccole cause quotidiane che interessano i cittadini comuni, che non hanno accesso alla comunicazione di massa”.

A favore del parere anche il togato di Magistratura Indipendente Antonio D’Amato “perchè – ha osservato – questo decreto legislativo porta a compimento una rivoluzione culturale che già il Csm aveva avviato nel 2018 per omologarsi alla normativa Ue con l’obiettivo di una comunicazione istituzionale volta a rendere comprensibile e trasparente l’azione giudiziaria. L’obiettivo è che nessuno più venga additato come colpevole prima della sentenza definitiva di condanna”. Astensione, invece, per il laico della Lega Stefano Cavanna, secodo il quale “il parere avrebbe potuto essere più efficace sui richiami al legislatore in punto di corretto recepimento della direttiva comunitaria, in relazione ad aspetti che richiedevano, a mio giudizio maggior chiarezza e critica puntuale”.

Il plenum ha anche approvato un emendamento al parere, presentato del laico Alessio Lanzi, a favore di una modifica della norma processuale che specifichi che all’imputato che si avvale della facoltà di non rispondere non può essere preclusa l’indennizzo per ingiusta detenzione.

 

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