La ricorrenza di oggi ci impone una profonda riflessione
Le notizie, ricorrenti, di episodi di violenza contro le donne offrono l’immagine di una società non rispettosa degli essere umani, né con le parole né con i fatti. I dati della violenza continuano ad essere allarmanti. Viene uccisa una donna ogni tre giorni. Sono 109 i femminicidi dall’inizio dell’anno. L’8 per cento in più rispetto all’anno scorso.
Pochissimi giorni fa, a Vetralla, nel viterbese, a subire le drammatiche conseguenze di una violenza brutale sfociata nella morte è stato un bambino di 10 anni. La violenza ha molti volti. E’ fisica, psicologica, economica. E’ la violenza assistita dai bambini, è la doppia violenza che subisce la vittima che, talvolta, colpevolizzata nel linguaggio mediatico e nelle aule di giustizia. Pochi mesi fa, la Corte europea dei diritti dell’uomo ha condannato l’Italia per aver utilizzato, in un caso giudiziario di violenza sessuale, un linguaggio offensivo nei confronti di una donna, linguaggio molto simile a quello che fu utilizzato nel celebre documentario “Processo per stupro” circa 40 anni fa.
Dunque, oggi, ma non dobbiamo farlo solo oggi, ci si torna a interrogare sull’efficacia delle misure per il contrasto alla violenza di genere contenute nella legislazione vigente, negli anni ripetutamente modificata al fine di innalzare le tutele giuridiche.
Per un contrasto efficace alla violenza è chiaro che le leggi non bastano se il sostrato culturale resta pieno di pregiudizi. E’ fondamentale che ci si adoperi per cambiare la cultura, per superare concezioni e modelli comportamentali stereotipati, che alimentano la violenza. Bisogna diffondere la cultura del rispetto dell’essere umano in quanto tale, e lo deve fare ciascuno di noi, nel suo piccolo, nell’ambito in cui si trova a vivere e lavorare. Basta con pubblicità di uomini in giacca e cravatta e donne seminude. Basta con una concezione che fa della donna una preda e dell’uomo un cacciatore. Nulla è dovuto mai per imposizione. Sono i valori fondamentali della nostra Costituzione che lo chiedono. E quei valori dobbiamo presidiarli giorno per giorno, mai darli per scontati.
Il contrasto alla violenza deve avvenire in modo sinergico da parte di tutte le Istituzioni e dell’intera società. Fondamentale, per cambiare la cultura, è l’educazione nelle scuole, a partire dalle scuole di infanzia, anche nell’ambito dell’insegnamento della religione. Papa Francesco è più volte intervenuto in difesa della parità di genere, anche nella Chiesa. Ragazze e ragazzi sono le leve del cambiamento, devono farsene portatori. Uguaglianza significa rispetto del diverso. Di tutto il diverso. Perché il diverso non limita, ma arricchisce.