Il Parlamento europeo ha presentato una proposta di risoluzione sulla povertà femminile in Europa.
La proposta intende superare il divario di genere relativo alla povertà, che risulta aumentato in 21 Stati membri negli ultimi 4 anni. La povertà, secondo il Parlamento europeo, ha natura multidimensionale, essendo numerosi i fattori che vi incidono, anche di natura non economica, ha carattere complesso e strutturale, e si trasmette in modo intergenerazionale.
Le attuali statistiche sulla povertà sono prive di una dimensione di genere. Quest’ultima risulta invece necessaria al fine di elaborare efficaci politiche pubbliche mirate che tengano conto delle disuguaglianze di genere strutturali che causano, esacerbano o perpetuano la povertà femminile.
Ad esempio, andrebbe considerata, oltre alla povertà materiale, anche la povertà di tempo, che ha conseguenze anche sulla povertà materiale ed economica. Essa interessa soprattutto le donne e consiste nella mancanza di tempo disponibile, al netto delle ore di lavoro retribuito e non retribuito (cure familiari), da dedicare a se stesse e ad altre proprie esigenze. Ci sono delle situazioni che incidono in particolar modo sulla povertà femminile: quelle in cui si trovano le madri sole e le donne vittime di violenza.
Al riguardo, per affrontare la povertà femminile nella sua multidimensionalità, il Parlamento europeo propone di attuare la politica di ulizzo del tempo. Quest’ultima si fonda sulla necessità di superare la segregazione del lavoro domestico non retribuito, svolto principalmente da donne, e introdurre orari flessibili per consentire alle donne e agli uomini di conciliare meglio la loro vita professionale con la vita privata.