Da volto familiare del TG1 a presidente del Parlamento europeo, quella di David Maria Sassoli è stata una vita divisa fra il giornalismo e la politica, a cavallo fra Firenze, Roma e Bruxelles, fino a diventare nel luglio del 2019 presidente dell’Europarlamento. Una vita che, negli ultimi vent’anni, lo ha visto sempre in prima linea per un’Europa più integrata, giusta e solidale, e che lo ha portato, dall’inverno del 2020 in poi, ad affrontare la difficile gestione del Parlamento Ue nell’era della pandemia. Nato nel capoluogo toscano il 30 maggio 1956, Sassoli si trasferì fin da giovanissimo a Roma a causa del lavoro di suo padre Domenico, giornalista. Nella capitale il futuro presidente dell’Europarlamento frequentò il liceo classico Viriglio, dove conobbe Alessandra Vittorini, la donna che avrebbe sposato anni dopo e dalla quale ha avuto due figli. Il padre era un parrocchiano di don Milani e da giovane Sassoli frequentò l’Agesci, Associazione guide e scout cattolici italiani. A Roma, dove aveva cominciato a frequentare la facoltà di Scienze Politiche, Sassoli mosse i suoi primi passi nell’universo dei media: al quotidiano Il Tempo e all’agenzia Asca, innanzitutto, prima di passare a Il Giorno. Era il 1985 e a dare il là all’assunzione di Sassoli nel giornale dell’Eni fu uno scoop: l’incontro a Parigi tra Gianni De Michelis e Oreste Scalzone, tra i leader di Potere Operaio trasferitosi in Francia per sfuggire alla giustizia italiana e sfruttare la sponda della dottrina Mitterand.
Nel 1992 fu assunto in Rai e in poco tempo passò dall’essere inviato del Tg3 a volto popolarissimo tra le famiglie italiane soprattutto per la conduzione del Tg1 delle 20. Della rete ammiraglia Rai Sassoli è stato anche vicedirettore durante l’era di Gianni Riotta. La sua carriera nel giornalismo si chiuse nel 2009, quando decise di dedicarsi alla politica e fu candidato come capolista del neonato Partito democratico nella circoscrizione Italia centrale: venne eletto con oltre 400 mila preferenze e, forte di questo successo, diventò subito il capo della delegazione Pd al Parlamento europeo.
Nel 2013 il tentativo di rientrare in Italia come sindaco di Roma si incagliò nelle primarie del partito. Candidato in quota franceschiniana, Sassoli si piazzò secondo, battendo il futuro presidente del Consiglio Paolo Gentiloni ma ottenendo la metà dei voti di Ignazio Marino. Nel 2014 e nel 2019 venne però rieletto al Parlamento Ue e dopo un decennio passato fra i banchi di Bruxelles e Strasburgo, Sassoli era considerato uno degli eurodeputati più esperti. Durante la sua seconda legislatura ricoprì la carica di vicepresidente per l’intero mandato, occupandosi soprattutto di trasporti (il cosiddetto terzo pacchetto ferroviario), politica euro-mediterranea e bilancio.
Il 3 luglio del 2019, all’inizio del suo terzo mandato, venne eletto Presidente dell’assemblea. Nel discorso di apertura Sassoli ribadì l’importanza di agire per contrastare il cambiamento climatico, la necessità di una politica più vicina ai cittadini e ai loro bisogni, soprattutto ai giovani, e l’urgenza di rafforzare la democrazia parlamentare e di promuovere i valori europei.
Durante la situazione senza precedenti causata dalla pandemia di Covid-19, Sassoli si è impegnato affinchè il Parlamento europeo rimanesse aperto e continuasse ad essere operativo, introducendo – già nel marzo 2020 – dibattiti e votazioni a distanza, primo Parlamento al mondo a farlo. Sassoli è stato il secondo presidente italiano del Parlamento europeo dopo Antonio Tajani da quando l’assemblea di Strasburgo viene eletta a suffragio universale. Il suo incarico sarebbe scaduto a giorni.
Da presidente del Parlamento Ue, ma anche da eurodeputato semplice, è stato uno dei più assidui frequentatori dei corridoi dell’Europarlamento. E quando tornava a Roma, appena possibile si spostava nella casa di Sutri, delizioso paese medievale della Tuscia lungo la via Cassia, per coltivare le sue passioni: il giardinaggio e le buone letture. Oltre alla Fiorentina, di cui era grande tifoso (ANSA) .