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Quirinale: Al via il quarto scrutinio, il centro-destra si asterrà

Al via il quarto scrutinio per l’elezione del Presidente della Repubblica, con il quorum fissato nella maggioranza assoluta del plenum, pari a 505 voti. Il centrodestra ha annunciato che si asterrà, mentre M5S, Pd e Leu voteranno scheda bianca.

“Non credo che si chiuderà oggi ma domani. Credo che anche oggi sarà un’altra giornata persa”. Lo ha detto il leader di Iv, Matteo Renzi, esprimendo su Radio Leopolda un parere sulla possibile conclusione della complessa partita per eleggere il presidente della Repubblica, giunta oggi al quarto passaggio.

“Vorrei chiarire ai cittadini che abbiamo aperto un confronto perché nella situazione in cui siamo nessuno schieramento precostituito può pensare di eleggere il Presidente della Repubblica suo, di parte, che non rappresenti tutti”. Lo dice il leader M5S Giuseppe Conte, arrivando a Montecitorio.

Ci prendiamo un’altra giornata perché voglio allargare il campo del centrodestra e trovare un nome di altro profilo istituzionale… Durante il vertice di centrodestra, apprende l’Adnkronos, Matteo Salvini avrebbe così spiegato la scelta di astenersi oggi alla quarta votazione spiegando che lavorerà altre 24 ore per trovare un candidato di spessore di area culturare di centrodestra per poi poter aprire la trattativa con il centrosinistra. A quanto si apprende da fonti vicine a Beppe Grillo, questa mattina c’è stata una lunga telefonata tra il garante M5S e il ministro degli Esteri Luigi Di Maio. “Ovviamente non è vero, non ho mai ricevuto né tue telefonate né tue pressioni su Draghi al Colle. Le notizie che hanno riportato sono false”, avrebbe detto Grillo a Di Maio nella telefonata di stamane.

“Abbiamo deciso obtorto collo noi di Fdi di astenerci per non far diventare Casellati un candidato di parte e quindi per offrire a tutti la possibilità di valutare un nome alto profilo. No a timbri, ma nome proposto anche da noi. Casellati è di alto profilo, non ce ne sono altri”. Così il senatore di Fratelli d’Italia Ignazio La Russa, vicepresidente del Senato.

Chi ha visto uscire dal vertice del centrodestra Giorgia Meloni la descrive scura in volto. Un deja-vu di 24 ore fa, quando la leader di Fdi è rimasta inascoltata sulla sua richiesta-appello agli alleati di centrodestra, a Matteo Salvini e Antonio Tajani, di convergere su un nome nella scheda quirinalizia, “per dare un segnale di compattezza”. Stessa scena andata in onda oggi, con la proposta che non viene accolta, per poi arrivare all’escamotage dell’astensione, che è mossa unitaria di tutto il centrodestra. Fdi parla di “nuova occasione andata persa”. Una mossa, il non voto, che però non raggiunge il primo obiettivo posto dalla leader di Fdi, quello di dare un messaggio “ai cittadini, da parte del centrodestra che ha una sorta di golden share in questo momento, rappresentando la maggioranza del Paese”. Stasera, dopo questo nuovo passaggio interlocutorio, con i grandi elettori che non prenderanno la scheda e non passeranno nella cabina ex-catafalco il centrodestra si rivedrà, alle 19. Possibile l’apertura del campo a nomi nuovi. Se Salvini ha ribadito il no a Pier Ferdinando Casini, ribadendo che “Draghi sta bene a Palazzo Chigi”, si è parlato di convergere su “un nome di alto valore istituzionale”. Rumors chiamano in ballo i nomi di Sabino Cassese, l’ex ministro e costituzionalista, e di Elisabetta Belloni, ex segretario generale della Farnesina e da poco a capo dei servizi segreti. Due candidature che non dispiacciono anche a Fdi.

“Ci sono le condizioni per il vertice dei leader oggi? ”Sì, basta che non ci sono veti”. Così Antonio Tajani ai cronisti.

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