Il Ministro non cede alle “pretese di Bonomi” e parla di una “reazione spropositata che sottovaluta rischio sociale”
Confindustria “come al solito sembra volere incassare senza mai riconoscere e affrontare il tema dei salari fermi da 30 anni in Italia. È ridicolo. Ho proposto un accordo il che presuppone appunto l’accordo tra le parti sociali, come si può parlare di ricatto. Quella di Confindustria è una reazione spropositata che sottovaluta il rischio sociale che può venirsi a creare nei prossimi mesi a causa della guerra in Ucraina e delle sue conseguenze economiche”. Lo afferma in un’intervista al ‘Manifesto’ il ministro del Lavoro Andrea Orlando, ricordando che “da mesi si parla di un ‘patto’, il che significa dare e avere. Io credo che la cosa più urgente che un patto deve affrontare, assieme a quella energetica, sia la crisi salariale”.
“La proposta – continua – è molto semplice: per affrontare questa situazione totalmente inedita si tratta di definire un ‘avviso comune’ tra le parti sociali nel quale, a fronte di un sostegno – che penso debba essere strutturale – alle imprese si registri un impegno al rinnovo dei contratti, a partire da quelli scaduti da più tempo. Si tratta quindi di riattivare la negoziazione fra sindacati e organizzazioni datoriali anche perché con gli attuali accordi gli aumenti salariali non sono in grado di recuperare l’aumento dell’inflazione”.
“Quanto alla richiesta di taglio del cuneo fiscale – spiega Orlando – una cosa non esclude l’altra. Vedo che Confindustria insiste sulla produttività, ma l’unico modo di legarla agli aumenti salariali è riattivare la contrattazione tramite un nuovo accordo quadro con i sindacati. Non tutti settori sono in difficoltà e i contratti non rinnovati spesso sono proprio in questi settori”. “Dire soltanto ‘cuneo’ – conclude – significa non affrontare compiutamente il tema”.