Moldavia. Se Putin decidesse di invadere la Moldavia, è inutile pure che la premier Maia Sandu si ponga la domanda se resistere oppure no: ha solo 5 mila soldati male addestrati e male equipaggiati (Sole).
Si vis pacem para transitionem. Solitamente le guerre finiscono con l’esclusione dal potere politico di coloro che le hanno scatenate e poi perse trascinando nella sconfitta sia il proprio Paese che la cerchia dei profittatori. Morale: lavorare per un regime change in Russia è un obiettivo più che legittimo in quanto meno costoso in termini di vite umane, porterebbe la pace e non sarebbe umiliante per il popolo russo. Deve, però, avvenire dall’interno in modo tale che chi lo promuove possa vantare crediti con il regime che seguirà (Gianfranco Pasquino abbandona il FQ e passa a Dom);
Che coincidenza. Dopo le accuse del ministro degli esteri russo Lavrov all’Italia, sono spuntate riserve esplicite di Conte e Salvini sulle scelte di Draghi. Non è chiaro se a muovere il tandem non proprio affiatato sia il pregiudizio antiamericano, antieuropeo e filo-Putin oppure l’ostilità nei confronti di Draghi. Oppure entrambi (Massimo Franco sul Cds);
Pace col cervello. Gualtieri: «In tante città in cui il M5s governa col Pd ci sono termovalorizzatori. Solo a Roma si oppongono. Serve tanta pazienza» (int. su Rep);
BNL. I francesi, in modalità marchesi del Grillo, vogliono esternalizzare alcune attività della BNL (controllata dalla Bnp Paribas) ad una società, Accenture service tech srl, la cui holding di controllo è a sua volta straniera. Trattandosi, però, di settore bancario, e quindi strategico per il Paese, il governo ha usato il Golden power e bloccato l’operazione chiedendo maggiori delucidazioni in quanto è in ballo la gestione dei dati personali della clientela italiana di BNL. I francesi hanno dimenticato che Draghi non è Conte (Puledda su Rep).
di Giuseppe Licinio
