Filo di Arianna. Il Cremlino ha avviato sotto traccia un’operazione anti sanzioni che rischia di trasformare l’Italia in un campo di guerra giudiziaria. Vuole ingaggiare avvocati italiani, tramite l’ambasciata russa, per scalfire i singoli provvedimenti che hanno danneggiato gli oligarchi russi. La regia è in mano a un importante giurista russo, Vladimir Pligin. Bisogna vedere quali avvocati italiani sceglieranno di combattere contro lo Stato (Tizian su Dom);
Pericolo pubblico. Per la cronaca: siamo in tempo di guerra e Salvini sta tramando con il nemico. La sua diplomazia parallela è una questione di sicurezza nazionale che deve interessare Draghi e Mattarella. Ha pure incontrato di nascosto l’ambasciatore russo Razov e quindi non si capisce bene di quale Paese faccia gli interessi. L’Italia o la Russia? (Feltri su Dom);
Idolo. Per due giorni i media russi hanno ignorato la proposta di Salvini ma ieri all’improvviso parlano di Salvini come “beniamino” e oggetto di un “processo di vittimazzione” in Italia (Imarisio sul Cds);
Data di svolta. Altro che amministrative o duello con Draghi sull’invio delle armi in Ucraina: la vera data di svolta per Conte è il 7 giugno, quando il Tribunale di Napoli si pronuncerà sulla validità dello statuto. Qualora il Tribunale dovesse mandare tutto all’aria Conte lascerebbe il M5s, che diventerebbe una “bad company”, e andrebbe per conto suo. Non avrebbe scelta perchè Grillo ha già bocciato l’idea di un marchio nuovo con il nome di Conte nel simbolo (Pucci sul Msg);
Picconata da Torino. A Torino, l’ex candidato sindaco del centrodestra Paolo Damilano abbandona gli alleati: «C’è una deriva populista». La sua lista (“Torino bellissima”) fu la più votata della coalizione alle ultime amministrative e, se riunisse il fronte centrista, potrebbe puntare alla Regione (Guccione sul Cds). Infatti ha già depositato il marchio “Piemonte bellissimo” (Tropeano su La St);
Salvini fa la vittima. Per Salvini l’abbandono di Damilano è una manovra dell’ala governista della Lega (leggi “Giorgetti”) per indebolirlo (Olivo su La St);
Bisogna attendere. È presto per scartare il regalo di Stato ai Benetton. Ieri è stato impugnato al Tar del Lazio l’atto di governo che ha permesso ad Atlantia di vendere l’88% di Autostrade per l’Italia ad una cordata formata da Cdp, Macquarie e Blackstone. A presentare il ricorso Adusbef, Cofimi Industria Abruzzo e l’Aipe, l’organizzazione di produttori di caldaie e sistemi di pressione… (Bonazzi su Verità e Affari).
di Giuseppe Licinio