Radio Quirinale. Oltre alla «non fiducia» al Senato, a far incazzare ancora di più Draghi è stata l’insinuazione di Conte che a volere la crisi sia stato proprio il premier. Quando è troppo è troppo (Breda sul Cds);
Alla buon’ora. Conte scopre il suo vero volto: per un Movimento alla disperata ricerca di qualche punto percentuale per sopravvivere, Draghi è il capro espiatorio ideale. Con questa fuga sperano di riconquistare quella purezza che quattro anni di potere hanno sgualcito in modo irreparabile (Massimo Franco ha i suoi tempi);
Scenari. Se mercoledì, dopo le comunicazioni al Parlamento, Draghi tornerà subito da Mattarella senza attendere il voto, la partita è chiusa. Se, invece, le Camere si esprimessero allora non c’è dubbio che otterrebbe la fiducia. In tal caso il tatticismo di Conte avrebbe vinto ma il centrodestra avrebbe la grana di Fratelli d’Italia. Soluzione estrema: gabinetto tecnico guidato da Franco (Verderami sul Cds);
Metamorfosi. I 5s entrarono in Parlamento per sbaraccare il “Palazzo” ma poi ne sono diventati il puntello permanente, partecipando (unico partito) a tutte le maggioranze immaginabili e anche a quelle inimmaginabili. Dobbiamo essere arcicontenti perché, nonostante questi scappati di casa al governo, il sistema ha retto (Serra su Rep);
Poco astuto. L’idea di Conte era di destabilizzare il governo, ritagliarsi una rendita di posizione attraverso atti di guerriglia parlamentare e non pagare mai dazio, cioè senza assumersi la responsabilità di andare all’opposizione. Ma adesso saranno i deputati grillini a pagare: per Mattarella dopo Draghi ci sono le elezioni (Folli su Rep);
Provateci voi. Provate a spiegare ad uno straniero che Conte fa saltare il governo perchè il sindaco di Roma vuole finalmente costruire un termovalorizzatore in una Capitale che annega nelle monnezza. Rimandando Draghi alle Camere Mattarella vuole dare un’ultima chance a Conte (Vecchio su Rep);
Fine della giostra. Mestizia e silenzio nelle chat grilline: solo adesso in tanti hanno capito che il rischio elezioni è concreto e che il giro sulla giostra sta per finire (Bozza sul Cds);
Onore a Draghi. Onore a un premier che si è dimesso in un Paese dove non si dimette mai nessuno. Lo hanno sfiduciato pur votandogli la fiducia, in un mondo rovesciato come quello di Alice. Si ritiri come Cincinnato così metterà a nudo il sistema malato dei partiti (Annunziata su La St);
Dadaista. Colpisce la botta di puro dadaismo del ministro grillino Patuanelli che non ha votato la fiducia a se stesso (Roncone sul Cds).
di Giuseppe Licinio