Cinque giorni. Cosa è successo in questi 5 giorni: 1) la mobilitazione generale ha dimostrato che pure il Paese reale vuole la maggioranza di unità nazionale; 2) chi ha voluto la crisi si sta liquefacendo numericamente; 3) nessun partito, tranne Fratelli d’Italia, vuole lasciare le impronte sulle elezioni anticipate (Polito sul Cds);
Radio Quirinale. Ieri con Mattarella Draghi si è mostrato meno irremovibile e rigido rispetto ad una settimana fa ma il problema adesso è il centrodestra che già pensava ad un minirimpasto e a nuove prebende ponendo veti e ultimatum. Morale: Draghi è disposto a fare un passo indietro e a rimanere ma se i partiti rompono i cojoni si va a votare il 2 ottobre. Il decreto di scioglimento è già pronto (Breda sul Cds);
Il vero problema è il centrodestra (1). Conte, sapendo che Berlusconi e Salvini non accettano più una maggioranza con i 5s, medita tatticamente di votare la fiducia. Inoltre i due leader si sono presentati a Palazzo Chigi con una serie di richieste da far impallidire i 9 punti di Conte (Verderami sul Cds);
Il vero problema è il centrodestra (2). Difficile che il governo vada avanti se Salvini dovesse rilanciare in Aula il repertorio che usa nei comizi: veti, richieste di rimpasto, licenziamento di Lamorgese e Speranza, scostamenti di bilancio da decine di miliardi. Draghi non ne accetterà nemmeno uno: non deve passare l’idea che il governo si può terremotare con le richieste di una parte politica (Cappellini su Rep);
Lega. Il Salvini pensiero è che con i 5s fuori dal governo e la Lega primo partito, sia giusto chiedere più ministeri ma, alla riunione di vertice, Zaia lo fulmina: «Non dobbiamo ripetere gli errori commessi nella partita con il Quirinale». I governatori e i ministri leghisti chiedono appoggio incondizionato a Draghi senza se e senza ma (Zapperi sul Cds);
Pd. Letta ha chiesto a Draghi di non essere troppo duro nei confronti di Conte perché lo metterebbe a rischio con l’ala sinistra del Pd che vuole l’alleanza coi 5s. È l’ultima carta che gli rimane per mascherare la disfatta del campo largo (Folli su Rep);
Gas. Oggi la Commissione Ue proporrà un regolamento per una riduzione obbligatoria complessiva del consumo di gas dal prossimo 1° agosto al 31 marzo 2023. Un sistema che prevede solidarietà per aiutare i Paesi più esposti (Basso sul Cds).
di Giuseppe Licinio