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Elezioni politiche, anche per Toti “in Forza Italia non c’è più riformismo, le alleanze non sono il gioco delle coppie”

“Ormai è partito il gioco delle coppie che si fa sotto l’ombrellone. Il chi sta con chi, del tipo: Carlo Calenda sta con Matteo Renzi, con Toti, o ‘da solo? Non mi pare proprio il caso. In politica si sta con chi condivide un programma, un progetto di pochi e qualificati punti, e si spiega come si possa realizzare”. Così Giovanni Toti, presidente della giunta regionale della Liguria e leader di Italia al Centro, in una intervista a Il Mattino. Secondo Letta queste elezioni rappresentano un bivio: o con i progressisti o con Giorgia Meloni… “Questo lo dice Letta, ma non mi pare che sia la posizione anche degli altri. Nella stessa giornata, per esempio, Calenda ha fatto sapere che si prepara ad andare da solo. E poi, su quale programma? Siamo ancora nell’incertezza generale e pure nel centrodestra non vedo grande chiarezza”, “al momento c’è soltanto il programma segreto di Silvio Berlusconi”, “per ora del centro-destra non ho quasi traccia. Leggo di pranzi, ma esiste ancora un centrodestra come l’ho conosciuto io? C’è qualcuno che ha voglia di allargare il ragionamento e i confini dell’alleanza, invece di mettere alla porta chi non è d’accordo? Esiste in quella coalizione uno spazio per un centro riformista, mi chiedo, perché quando da un partito prendono le distanze personalità importanti come Brunetta, Gelmini e Carfagna non si può non constare che qualcosa si è rotto, che è in corso un mutamento, che una stagione si sta chiudendo”.

E aggiunge: “Personalmente ho sentito Brunetta, che è un caro amico e uomo coraggioso, poi Mariastella Gelmini, Mara Carfagna, Ignazio La Russa, Carlo Calenda, Matteo Renzi. In questa settimana, tra domani e mercoledì e quindi nel week end, avrò ulteriori appuntamenti. Il tempo a disposizione è poco, occorre accelerare e capire. Uscire dalla tattica e passare alla strategia”. Ha discusso della creazione di un’area di centro che possa riunire le varie anime moderate magari assumendo i temi dell’agenda Draghi? “Noi già stiamo al centro. Quella che si chiama agenda Draghi costituisce una traccia importante per un’azione di governo, ma abbiamo anche la consapevolezza che non si tratti delle Tavole della legge di Mosè. Nel senso che si può ampliare, emendare, migliorare. Certamente dovrà essere confermato il senso di responsabilità rispetto a scelte decisive per il presente e il futuro dell’Italia”.

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