Piovono bonifici. Per una strana coincidenza, appena è caduto il governo Draghi quasi tutti i parlamentari Pd si sono messi in regola con i versamenti: dal 20 luglio al 3 agosto 128 bonifici. Il più munifico l’ex grillino Santi Cappellani con 43.500 euro (Gazzanni e Ianncaccone su Verità&Finanza);
A fuoco lento. Renzi si sta cucinando Calenda a fuoco lento: prima si è rimangiato la parola sulle candidature (aveva promesso il 60% a Calenda e il 40 a Italia Viva ma adesso chiede 50 e 50) poi anche sulla leadership (aveva detto ok per Calenda front runner ma adesso dice che «entrambi devono fare un passo indietro»). E più il tempo passa e più Calenda è in difficoltà se vuole raccogliere le firme… (Meli sul Cds);
Faccia di tolla. Conte: «Io, a differenza della Meloni, non vado a Washington a prendere ordini». Nel 2018 andò da Trump in modalità zerbino e autorizzò la curiosa richiesta americana di far incontrare il ministro di giustizia americano con i nostri servizi segreti (Taino sul Cds prende spunto da questo episodio per parlare della collocazione geopolitica dell’Italia);
Mestizia. Claudio Signorile, 85 anni, ex vice di Craxi, da 30 anni fuori dai giochi e senza nemmeno un voto: «Io, Renzi e Calenda daremo vita al Partito Riformista» (Caccia sul Cds nella rubrica “Tipi da campagna”);
Ma anche basta. Cari Casini e Tabacci, avete trascorso una vita in Parlamento e state ancora elemosinando una candidatura. Siete gli ultimi esponenti visibili della tradizione democristiana e quindi il giudizio di “gente attaccata alla poltrona” si estende inevitabilmente a tutti i democristiani che per la stragrande maggioranza è gente animata da straordinaria sobrietà e da un grande ritegno al cospetto del potere (Follini asfalta Casini e Tabacci);
Ingorgo a Napoli. Mara Carfagna chiede garanzie per Paolo Russo e Gigi Casciello ma Calenda aveva promesso il seggio sicuro a Giuseppe Sommese che ora si ritrova a spasso. Senza considerare che in Campania Renzi ha quattro consiglieri regionali poco disposti a fare da spettatori. Mastella correrà da solo e i pochi voti che prenderà costeranno cari ai due ego-centristi (Del Porto su Rep);
Sicilia. Mancano tre giorni per il deposito dei simboli elettorali e tutto traballa: la Lega dà il via libera a Stefania Prestigiacomo ma Giorgia Meloni la stronca un minuto dopo. Musumeci fa finta di ritirarsi e La Russa carica come un toro: «Chiedo se gli alleati concordano con le farneticanti dichiarazioni di Miccichè» (Cavallaro sul Cds);
Lombardia. Con la candidatura di Cottarelli in Lombardia si riapre la partita per il Pirellone: si parla di primarie fra Maiorino, Tanagli e Fabio Pizzul, capogruppo Pd in regione (Baldi sul Cds);
Piemonte. I “Moderati” di Giacomo Portas (forti solo a Torino dove contano sull’appoggio di CL) erano pronti a correre con Renzi ma l’arrivo di Calenda ha azzerato tutto. L’andirivieni fra Pd e centristi questa volta, dopo 14 anni, potrebbe costare molto caro a Portas (Longhin su Rep);
Non solo Calenda. Anche nel Pd girano personaggi con l’Ego visibile dalla luna. Dopo l’addio di Azione, il senatore Mauro Laus rifiuta il collegio uninominale di Torino perchè dato perdente. Vuole il posto “sicuro” (Strippoli su Rep);
Giusto per avere un’idea. Al nord il M5s se supera il 12,5 % prende otto posti (7 alla Camera e 1 al Senato) se prende meno del 7,5 ne prende 4. Le pluricandidature sono l’unica chance per aumentare di poco le probabilità (Capurso su La St).