Dalla provincia di Siena scoperto un immenso tesoro
L’immenso tesoro ritrovato a San Casciano dei Bagni, costituito da 24 statue in bronzo, oltre a cinquemila monete in oro, argento e bronzo e a ex voto, riemerso dal fango delle acque termali rappresenta “una scoperta di grande importanza”, soprattutto perché “ci troviamo per la prima volta di fronte ad un contesto inviolato fin dall’antichità di natura religiosa e rituale con tutte le informazioni che ciò può fornire agli studiosi che conoscono altri bronzi etruschi e romani di questa bellezza e importanza ma che, per la prima volta, li vedono nelle condizioni di giacitura finale”.
E’ questo l’aspetto più interessante del rinvenimento avvenuto in provincia di Siena, che testimonia l’unione tra comunità latine ed etrusche, messo in luce da Valentino Nizzo, direttore del Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, intervistato dall’AdnKronos. “Vediamo, infatti, i bronzi – spiega il direttore Nizzo – non dove erano stati consacrati al momento dell’offerta dell’ex voto ma dove sono andati a finire quando il santuario ha cessato di vivere. Questo rinvenimento ha qualcosa di straordinario: tutti gli altri rinvenimenti di questo tipo che sono stati fatti non hanno mantenuto informazioni sul contesto. Da quando, alla metà del Cinquecento – rimarca Nizzo – è stata scoperta ‘La Chimera di Arezzo’, un bronzo votivo con tanto di iscrizione che lo consacra a Tinia, lo Zeus degli Etruschi, si è diffusa la moda dei Bronzi etruschi. Tutti hanno quindi cominciato, a partire dai Medici, a collezionarli e questo ha provocato una dispersione immensa di un patrimonio unico che a San Casciano vediamo nel suo insieme”.
L’altro aspetto della scoperta sul quale Nizzo punta la sua attenzione è quello legato alla “continuità di culto, dalla fase tardo etrusca a quella romana imperiale con tutta la reinterpretazione degli aspetti della religione nel momento di passaggio tra il mondo etrusco e quello romano con il corredo di iscrizioni etrusche e latine che lo accompagnano”. “La continuità di culto è favorita dal carattere termale del luogo che lo ha reso importante sia nella fase etrusca sia in quella romana. Altri santuari, infatti, non legati ad acque termali o a fonti, spesso venivano abbandonati nelle fasi di transizione culturali tra un periodo e l’altro”, conclude Nizzo.
Per il ministro della cultura, Gennaro Sangiuliano, che ha già visitato il laboratorio dove le statue sono in restauro, si tratta di un “ritrovamento eccezionale che ci conferma una volta di più che l’Italia è un paese fatto di tesori immensi e unici.La stratificazione di diverse civiltà è un unicum della cultura italiana”.