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Qatargate, la presidente Metsola propone nuove 14 regole per l’integrità del Parlamento europeo

La presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, ha presentato ai capigruppo politici dell’Assemblea, oggi a Bruxelles, un documento di proposte con 14 obiettivi per “rafforzare l’integrità, l’indipendenza e l’assunzione di responsabilità” dell’istituzione e degli eurodeputati, a seguito dello scandalo “Qatargate”. “Rafforzeremo l’integrità, l’indipendenza e la responsabilità del Parlamento europeo. il nostro obiettivo è andare avanti velocemente. Queste riforme immediate sono i primi passi per ricostruire la fiducia nel processo decisionale europeo e l’avvio di una più ampia riforma del Parlamento europeo”, ha affermato Metsola oggi al termine della riunione con i capigruppo (“Conferenza dei presidenti”).Qatargate

Secondo un portavoce della presidenza, durante la riunione “c’è stato pieno sostegno” da parte dei capigruppo alle proposte della presidente Metsola”, che, come previsto, “ha ricevuto il mandato di portare avanti i lavori sugli obiettivi presentati”, continuando le consultazioni. il portavoce ha sottolineato che “c’è stato pieno accordo sull’importanza di andare avanti velocemente”. il testo presentato oggi alla Conferenza dei presidenti conteneva poche modifiche molto marginali rispetto all’ultimo draft circolato ieri, e riportato da Askanews.

L’unico cambiamento notevole riguarda il primo dei 14 obiettivi, la proposta di istituire un periodo di riflessione (“cooling off period”) che verrebbe imposto agli eurodeputati dopo la fine del loro mandato e prima di poter intraprendere un’attività di rappresentanza di interessi nei rapporti con le istituzioni Ue. Inizialmente, era previsto che questo periodo fosse fissato a 12 mesi. Nella proposta presentata oggi, invece, la proibizione contro l’attività lobbistica è legata al periodo in cui l’ex eurodeputato continua a ricevere una indennità transitoria dopo la fine delle sue funzioni, che può variare da 5 a 24 mesi a seconda della durata del mandato effettuato. E’ esattamente la modifica che era stata chiesta ieri dalla Ong “Transparency International”, in una valutazione molto dettagliata della proposta. Per quanto riguarda gli altri 13 obiettivi, il testo presentato oggi conferma che verranno messe a disposizione del pubbico “maggiori e più chiare informazioni” (Obiettivo 2) riguardo alle attività dei deputati e alla loro integrità, ai regali ricevuti, ai viaggi in paesi terzi non pagati dal Parlamento europeo, alle riunioni programmate. Ci saranno controlli più severi sui rappresentanti di interessi, lobbisti e Ong (obiettivo 3), con l’obbligo del loro inserimento nel Registro di Trasparenza per poter partecipare ad audizioni e altri eventi parlamentari, e la possibilità di verifiche ad hoc dei loro collegamenti con paesi terzi e dei flussi di finanziamento.

Verrà esteso a tutti gli eurodeputati, ai loro assistenti, e al personale dei gruppi politici e dell’Istituzione, l’obbligo di pubblicazione delle riunioni con interlocutori esterni (Obiettivo 4) che riguardano rapporti o risoluzioni del Parlamento europeo (oggi l’obbligo esiste solo per i presidenti delle commissioni parlamentari, i relatori e i relatori ombra). L’elenco delle riunioni sarà reso facilmente accessibile al pubblico. Saranno vietati (Obiettivo 5) i cosiddetti “gruppi di amicizia” degli eurodeputati con paesi terzi, uno dei veicoli maggiormente usati per influenzare le decisioni del Parlamento. I paesi terzi dovranno interagire con il Parlamento solo attraverso la commissione per gli Affari esteri o altre commissioni parlamentari, e le delegazioni ufficiali esistenti. L’Obiettivo 6 riguarda l’accesso ai locali del Parlamento europeo da parte di persone esterne, lobbisti e portatori d’interessi. il documento prevede la creazione di un nuovo registro di ingresso, e dispone che “tutte le persone che accedono ai locali del Parlamento europeo, compresi i rappresentanti di paesi terzi” debbano fornire informazioni per questo registro degli ingressi indicando la data, l’ora e lo scopo della loro visita. I visitatori dovranno invece essere sempre accompagnati da chi li ha invitati. Non è prevista esplicitamente in questo punto una eccezione per i giornalisti, che naturalmente non possono essere sottoposti all’obbligo di dichiarare chi incontreranno e lo scopo della propria visita, a meno di violare le norme sulla protezione delle fonti.   L’Obiettivo 7 toglierà agli ex eurodeputati il diritto di avere un badge di accesso permanente al Parlamento. Potranno avere invece un nuovo badge di accesso giornaliero, ma non potranno più concedere l’ingresso ai propri collaboratori e a persone esterne. Avrebbero comunque uno sportello dedicato con corsia preferenziale per il loro accreditamento giornaliero.

L’Obiettivo 8 rafforza le disposizioni per evitare i conflitti di interessi da parte dei relatori o relatori ombra di risoluzioni o rapporti del Parlamento. Prima di essere nominati, questi eurodeputati dovranno presentare una dichiarazione sui propri potenziali conflitti di interesse alla commissione parlamentare competente o alla plenaria. Inoltre, saranno attuati ulteriori controlli per garantire che gli assistenti parlamentari accreditati e lo staff non siano autorizzati a far parte, con un ruolo dirigenziale, di organizzazioni che hanno collegamenti con paesi terzi.

Con l’Obiettivo 9 si richiedono maggiore trasparenza più dettagli e più controlli sulle dichiarazioni finanziarie degli eurodeputati, sui loro lavori secondari e sulle attività esterne, mentre con ‘Obiettivo 10 si introducono dei corsi formazione obbligatoria in materia di regole finanziarie, conformità, condotta e denuncia di irregolarità per tutti gli assistenti parlamentari accreditati degli eurodeputati, in modo da assicurare che siano a conoscenza di tutte le regole e i sistemi per proteggere l’integrità dell’istituzione, sé stessi e il deputato con cui lavorano. L’Obiettivo 11 rafforzerà il Comitato consultivo del Codice di Condotta del Parlamento europeo, in attesa che venga creato il nuovo meccanismo etico annunciato per tutte le istituzioni dell’Ue. Molto signficativo, sulla scia del “Qatargate”, è ‘Obiettivo 12 sul contrasto alle interferenze straniere, e allo stesso tempo l’intensificazione del lavoro del Parlamento europeo sulla protezione dei diritti umani in tutto il mondo. Verrà rafforzato in particolare il sistema di controlli e verifiche (“checks and balances”) riguardo alle possibili indebite influenze esercitate da paesi terzi per la presentazione di proposte di risoluzione urgenti, in modo che possa essere “ripristinata la fiducia in questo aspetto critico del lavoro del Parlamento europeo”.

A questo scopo, la Conferenza dei presidenti accettarà solo le richieste di risoluzione urgenti provenienti da una commissione parlamentare, e le risoluzioni dovranno limitarsi alle sole questioni riguardanti i diritti umani.

L’Obiettivo 13 è volto a rafforzare la lotta alla corruzione e la cooperazione con le autorità giudiziarie e di contrasto degli Stati membri, per garantire che il Parlamento sia in grado di rispondere e contribuire a eventuali indagini su presunte attività criminali di eurodeputati o del suo personale. Inoltre, verrà valutato che tipo di protezione le istituzioni giudiziarie e di polizia nazionali possono fornire al Parlamento europeo nei confronti dei tentativi di paesi terzi di influenzarne il processo democratico. L’Obiettivo 14, infine, prevede che sia aggiornato l’elenco di attività sanzionabili intraprese dagli eurodeputati, per adeguarlo ai nuovi obblighi e responsabilità elencati negli altri obiettivi.

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