”Noi avevamo chiesto al ministro Calderoli in Conferenza delle regioni di ritirare la bozza che aveva portato e non era condivisa dalle Regioni, l’ha fatto, ma poi ne ha presentata un’altra che noi non abbiamo potuto discutere. Io sono una persona sempre disponibile al confronto, ci mancherebbe, però questa proposta mi pare irricevibile”.
Così il presidente dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, a margine della convention per lanciare la sua candidatura alla segreteria del Pd. A chi gli chiedeva se il governo riuscirà ad approvare la riforma dell’autonomia entro quest’anno, Bonaccini ha risposto: ”Sono cinque anni che discuto di autonomia differenziata con diversi governi. Ho fatto ben tre audizioni bicamerali, ho detto sempre la stessa cosa ed è quello che dico al ministro Calderoli e a questo governo, che mi pare alquanto diviso sull’idea di autonomia differenziata: se non si decidono prima e non si definiscono i cosiddetti Lep; se non si toglie la spesa storica; se non c’è una legge quadro approvata dal Parlamento per trattare tutti alla stessa maniera; se non vengono tolte materie divisive come la scuola e la sanità (voi ce lo vedete un paese con 20 pubbliche istruzioni potenzialmente diverse?); se non viene tolta la questione dei residui fiscali che richiama la secessione più che l’autonomia, non se ne può fare nulla”.
”Io sento presidenti di regione di centrodestra del sud che hanno le stesse mie e nostre preoccupazioni”, ha detto Bonaccini, esortando: ”Se si vuole discutere davvero, ci si metta a sedere, ma si riscriva con una pagina bianca davanti per evitare una discrasia e soprattutto il messaggio che si rischia di spaccare il Paese”.