La ricostruzione, a partire dai primi immigrati che stabilirono oltreoceano, della nascita del teatro italiano negli States
l documentario Tutti in scena, il teatro italiano in America di ieri raccontato dal teatro italiano a NY di oggi, nasce circa tre anni fa, da un soggetto di Laura Caparrotti – Direttrice del Kairos Italy Theater e ideatrice del primo Festival Italiano di Teatro a New York – e l’autore e documentarista Luca Martera. Mentre la pandemia dava inizio a un periodo tragico e i teatri chiudevano iniziava, seppur virtualmente, una lunga ricerca sulle origini del teatro italiano negli Stati Uniti.
Tutti in scena è la ricostruzione, a partire dai primi immigrati che a fine Ottocento si stabilirono oltreoceano, della nascita del teatro italiano negli States. Una produzione resa speciale dal fatto che oltre a copioni, locandine, testimonianze dell’epoca, a raccontare questo viaggio a ritroso sia proprio chi si occupa oggi di portare il teatro italiano negli USA.
Oltre a Laura Caparrotti che ha scritto, diretto e prodotto Tutti in scena, attori come Emanuele Secci, Massimo Zordan e Alice Lussiana Parente e altri che calcano le scene newyorkesi raccontano di quanto fossero pieni i teatri italiani all’epoca.
Se ne contavano almeno una dozzina, in cui gli spettacoli cominciavano intorno alle sette del pomeriggio e andavano avanti fino a mezzanotte perché, oltre alla recitazione, gli impresari organizzavano delle lotterie, anche per raccogliere fondi da inviare ai parenti lontani o per altre situazioni di necessità.
La magia del palcoscenico riempieva le serate di chi aveva dovuto lasciare parenti e amici più cari e non era soltanto intrattenimento, quanto piuttosto uno strumento di aggregazione e di integrazione. C’era, infatti, un pubblico internazionale che, pur non conoscendo la lingua italiana, accorreva per assistere alle interpretazioni degli attori più famosi.
I lavoratori sostenevano di risparmiare volentieri per acquistare il biglietto d’entrata. Si immedesimavano nelle storie che vedevano rappresentate per il loro realismo e perché, talvolta, denunciavano le condizioni degli immigrati. Esempio più noto è Il pezzente in cui già dal titolo si delinea la figura dell’“italiano medio” di quei tempi, sempre in cerca di un impegno che gli permettesse di sopravvivere. Al contempo, negli stessi luoghi, si proponeva un teatro raffinato, che spaziava da Shakespeare ai testi italiani “contemporanei”, come quelli di Verga.
Va detto che il nuovo mondo era, per l’artista, una risorsa sulla quale investire e, accanto a nomi più conosciuti come Antonio Maiori ed Eduardo Migliaccio in arte Farfariello, anche le attrici italiane erano particolarmente apprezzate, tanto da portare i loro spettacoli in tournée. “Un documentario dedicato esclusivamente a queste attrici è già in programma”, anticipa la Caparrotti durante la presentazione italiana di Tutti in scena, presso il Centro Studi Americani di Roma.
La proiezione ha suscitato grande interesse e ha dato vita ad un intenso dibattito. Ad esempio, è nata l’idea di proporre alle Istituzioni la creazione di un Fondo dedicato alle ricerche sull’argomento, e magari un museo per esporre tanto materiale che, nelle mani dei pochi eredi rimasti, rischia di essere disperso.
Tutti in scena è un prodotto notevole per le tematiche storico-sociali che vi si affrontano: il teatro ha rappresentato per i nostri connazionali un punto di riferimento, un aiuto nei momenti difficili, un modo per salvaguardare la propria identità e le proprie radici.
Per il 30 gennaio 2023 è prevista la presentazione ufficiale del film a Manhattan, presso la Casa Italiana Zerilli-Marimò, sede del Dipartimento di Studi Italiani della New York University. Altri appuntamenti da tenere d’occhio sono quelli di In scena! Italian Theater Festival, nato a New York nel 2013, anno della Cultura Italiana negli States.
In Scena! oltre ad ospitare produzioni italiane, seleziona testi inediti di autori italiani con lo scopo di portarli sui palchi della grande mela favorendo un reciproco scambio culturale tra i due Paesi. Il tutto per rimarcare il valore inestimabile che questa forma d’arte possiede: il teatro è lo specchio della società, è svago e, al contempo, stimolo alla riflessione, è un’espressione artistica emozionante da vedere, da praticare e, di conseguenza, da salvaguardare.
Sabrina Sciabica