Connect with us

Hi, what are you looking for?

++++

Regionali: dopo i risultati è caos centro sinistra

Le regionali sono archiviate con una nuova sconfitta di un centrosinistra più diviso che mai. Ma chi sperava che la ‘sleppa’ – per dirla con Nicola Zingaretti – possa portare a una novita’ sulle alleanze è destinato a rimanere deluso. Se Stefano Bonaccini si augura che la sconfitta possa portare Giuseppe Conte e Carlo Calenda a riflettere sulle scelte fatte, fonti parlamentari del Pd riferiscono che non c’e’ nessuna “scossa” in vista. Non a breve, almeno. Tutto e’ rimandato a dopo le elezioni europee, spiega una fonte del Partito Democratico, quando si consolideranno i numeri e si capira’ quale sarà il peso di ciascuna forza in campo. Le regionali, come le amministrative, non rappresentano un voto politico o ideologico, è il ragionamento, e il forte astensionismo che ha caratterizzato questa tornata elettorale non aiuta a definire il quadro. Inoltre, le elezioni locali risentono di dinamiche diverse e, in qualche modo, piu’ complesse: radicamento nel territorio, prossimità con portatori di interessi specifici. Quello che e’ mancato, ad esempio, al Movimento 5 Stelle che, non a caso, ha avviato un lavoro di costruzione della rete territoriale. Un concetto espresso anche dal presidente Giuseppe Conte nelle dichiarazioni fatte nelle ore immediatamente successive al voto. Da qui la decisione di dotarsi di coordinatori provinciali. “Ci stiamo strutturando”, confermano fonti di via Campo Marzio.

“Ora occorre costruire una proposta di governo che parta dal basso, dai territori. Abbiamo la vocazione di essere il primo partito d’opposizione”, confermano dal quartier generale dei Cinque Stelle. Anche per questo il rapporto con il Pd non cambiera’, almeno a breve. Il Partito Democratico si consola, ma non troppo, con il dato che in queste regionali lo da sostanzialmente in linea con le ultime politiche, forse qualcosa in più. “In un quadro politico per noi particolarmente complicato e con il vento chiaramente contro, il Pd ottiene un risultato più che significativo, dimostra il suo sforzo coalizionale e respinge la sfida di M5S e Terzo Polo. Ci auguriamo che questo risultato dimostri finalmente a M5S e Terzo Polo che l’opposizione va fatta al governo e non al Pd”.

Parole che strappano un sorriso dalle parti di Campo Marzio: “Letta dice che il Pd tiene? Nei numeri delle regionali ci sono dieci anni di governo del Pd bocciati dagli elettori: fa piacere che la prima preoccupazione sia di lasciare ad altri il cerino”. Al di la’ delle polemiche post voto, tuttavia, nel M5s c’è la consapevolezza che il Pd è nel pieno di una fase congressuale. “Si devono ancora dare delle regole di ingaggio chiare”, e’ il ragionamento fra i Cinque Stelle: “Con l’attuale classe dirigente del Pd non ci sono margini di dialogo. Chi ha rotto il fronte progressista rifletta sul risultato ottenuto da Renzi, Calenda e Moratti”. Ma e’ tutto il centrosinistra a riflettere sulle scelte fatte negli ultimi mesi, da quando si e’ deciso di spazzare via il campo largo per giocare la partita dell’egemonia nel campo di centrosinistra. Enrico Letta esulta per un’Opa, quella lanciata da Cinque Stelle e Terzo Polo sull’elettorato dem, che non e’ andata a buon fine. Si tratta, però, della più classica vittoria di Pirro. Da ricostruire, dicono quasi in coro i candidati alla segreteria dem, c’è molto e, innanzitutto, il campo del centrosinistra. Gli strumenti per questa ricostruzione cosi’ come lo schema delle alleanze spetteranno al prossimo segretario o segretaria del Pd. Elly Schlein ha gia’ fatto sapere che il suo obbiettivo e’ quello di portare il Partito Democratico a “fare la sinistra”. Dunque, a darsi una identita’ da partito dei diritti sociali – lavoro in testa – e civili. Per Bonaccini il tema e’ rigenerare, prima e piu’ che rifondare. Lo si fa anche attraverso le alleanze, ma avendo come bussola un “centrosinistra liberale e riformista”.

Parole che descrivono quanto distanti siano su questo tema le posizioni dei due candidati alla segreteria del Partito Democratico. Il Terzo Polo, da parte sua, si scopre molto ridimensionato rispetto a quel grande partito di centro liberale e riformista a cui Calenda aspira. Il silenzio di Matte Renzi – non una parola dalla chiusura dei seggi – e’ paradigmatico della delusione ed e’ una spia di qualcosa che potrebbe essersi rotto nei rapporti con il leader di Azione che, dopo aver messo in discussione le scelte degli elettori – “decidono, ma non hanno sempre ragione, altrimenti non saremmo messi cosi'” – fa il punto sul sistema delle alleanze messo in campo: “Avevamo preso il 10,5% alle politiche in Lombardia e abbiamo preso il 9,9% ieri. Siamo andati peggio nel Lazio dove eravamo in coalizione”.

Click to comment

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Leggi anche ...

Esteri

“I vaccini a mRNA contro il Covid-19 potrebbero essere pericolosi a lungo termine?”. Per trovare una risposta alla domanda che si stanno facendo in...

++++

Il grido di dolore della conduttrice radiofonica ed opinionista televisiva Emanuela Falcetti: “Qualcuno mi spieghi perché le bombole per l’ossigeno in molte zone d’Italia si...

In evidenza

Oggi in apertura di seduta, prima delle comunicazioni del premier Mario Draghi in vista del Consiglio europeo, il presidente della Camera Roberto Fico ha...

CULTURA

E’ la svendita di un patrimonio architettonico e artistico inestimabile, un altro tassello del depauperamento del patrimonio capitolino. Palazzo Odescalchi, una delle espressioni più...

Copyright © 2015 EcodaiPalazzi.it