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Superbonus, i costruttori: “Fare presto e dare certezze”. Rischi anche per il Pnrr

C’è l’esigenza immediata di sciogliere velocemente il nodo dei crediti ceduti ora incagliati perché l’assenza di liquidità mette in crisi le aziende costruttrici e potrebbe ripercuotersi anche sull’attuazione del Pnrr. Ma poi è necessario lavorare ad una misura strutturale, che favorisca i lavori, che sia sostenibile per i conti dello Stato e non sia sottoposta ai cambiamenti continui. Cambiamenti che hanno creato incertezze e contenziosi ma soprattutto hanno un impatto sulla credibilità: “la fiducia nello Stato viene meno se si fanno le regole e poi le si cambia continuamente”. La presidente dei costruttori dell’Ance, Federica Brancaccio fa il punto con l’Ansa in vista dell’incontro tra categorie e governo domani a Palazzo Chigi. “Stimiamo crediti incagliati legati ai bonus immobiliari per circa 15 miliardi – afferma – La cartolarizzazione? Se c’è una soluzione va bene, ma basta che sia rapida e non di mesi”. La proposta dei costruttori Ance e dell’Abi prevede invece la possibilità per le banche di utilizzare i versamenti degli F24 dei clienti per compensare i crediti ora incagliati, ed anche un maggior impegno delle società controllate pubbliche nel loro acquisto. “Abbiamo letto positivamente il fatto che prima di incontrarci, quetso pomeriggio, ci sarà un tavolo con l’Abi, Sace e Cdp – afferma la presidente dei costruttori – Non so cosa si ipotizza. Ma sono soggetti importanti da coinvolgere”.

L’esigenza immediata è proprio la crisi di liquidità “che rischia di far fallire migliaia di imprese e di far saltare la grande opportunità rappresentata dal Pnrr”, un tema sul quale pesa anche il maggior costo dei materiali che beneficia di un aiuto che per meccanismi burocratici non riesce ad arrivare alle imprese se non in misura minima. il decreto che blocca la cessione dei crediti e lo sconto in fattura ha però anche altri effetti negativi. Quello di rappresentare un ultimo cambiamento su un provvedimento che ha registrato una modifica ogni 45 giorni. “Hanno bloccato tutto senza risolvere il passato e senza vedere un futuro – critica Federica Brancaccio – Lavoriamo invece ad una misura di lungo periodo, strutturale, senza cambiamenti in corso, che sia sostenibile per lo Stato e favorisca la transizione che tutti chiedono. Usando fondi europei”.

Le ultime decisioni sono arrivate come una tagliola su un contesto nel quale non solo ci sono risorse incagliate. Ci sono – spiega la presidente dei costruttori – “moltissimi contenzioni tra condomini, professionisti, imprese, cittadini: ricevo messaggi di cittadini disperati e di imprese che hanno preso impegni e che ora non sanno come fare”. Questo “mina la fiducia tra Stato e cittadini, con un costo sociale altissimo: l’ abbiamo visto anche con la partecipazione alle ultime elezioni, e ha anche un risvolto economico, negli investimenti. Se non ci si fida tutto si ferma”. L’edilizia, invece, è un settore in grado di trainare l’economia e di portare innovazione. “Ci siamo dimenticati che il superbonus è nato in un momento straordinario, quando l’economia si era fermata per il Covid – ricorda Brancaccio – Una misura straordinaria che, utilizzando un settore che ha da sempre un impatto anticiclico, ha portato risultati. L’economia del 2021-22 non si è fermata”. il contributo al Pil “è notevolissimo” ma anche gli importi impegnati “abbiamo calcolato che per il 45% rientrano il primo anno nelle casse dello Stato”.

C’è stato poi il problema delle truffe. Ma “hanno riguardato altri bonus, come quello sulle ‘facciate’, che non aveva molti controlli”. Inoltre l’Ance ha visto nel settore la nascita di 12mila imprese dal giorno alla notte: “abbiamo chiesto che ai bonus potessero accedere solo quelle certificate”. E alla fine c’è stato anche un effetto paradosso: “Le società più sane sono partite dopo, hanno atteso i chiarimenti e sono rimaste intrappolate nella cessione dei crediti che le banche non riescono ad assorbire”. Sul tema superbonus del resto si innestano anche altre criticità. Come quella del costo dei materiali. “il governo ha messo delle risorse, che ci sono ancora, ma che non si riescono a dare per la farraginosità delle procedure: sono risorse che sono state usate solo in percentuali risibili. Ecco perché non è solo una questione di soldi, ma di regole semplici, chiare, automatiche. Senza le quali sarà difficile affrontare la sfida del Pnrr. Anche questi mancati pagamenti rischiano di rendere profonda la crisi di liquidità provocata dai crediti incagliati e di pesare sulla grande opportunità rappresentata dal Pnrr”

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