Il film Primadonna, in uscita nelle sale italiane l’8 marzo 2023, racconta della prima giovane donna che dopo uno stupro ebbe il coraggio di ribellarsi “ufficialmente” non accettando il matrimonio riparatore proposto dall’uomo che aveva abusato di lei.
«Tutto parte indubbiamente dalla vera storia di Franca Viola», giovane donna di Alcamo che portò in Tribunale il suo aggressore,afferma la regista fiorentina Marta Savina. La sua storia si è mescolata con quella di altre donne e di altre esperienze che la regista ha introiettato, dato che lavora sul tema da diversi anni, e che, ulteriormente modificate dall’interpretazione di attori profondi come Claudia Gusmano (la protagonista) e Fabrizio Ferracane (il padre), ha dato vita ad una pellicola delicata,drammatica e al tempo stesso piena di speranza.
Primadonna è anche l’opera prima di una promettente regista conosciuta negli USA per il corto Viola, Franca presentato al Tribeca Film Festival, del quale la marsalese Claudia Gusmanoera la protagonista.
Vincitore del Concorso Panorama Italia di Alice nella Città allaFesta del Cinema di Roma 2022, Primadonna, è stato girato aGalati Mamertino, tra i Nebrodi, nella provincia di Messina. Ci riporta al 1965, anno in cui avvenne lo stupro e ci fa seguire tutto il processo, raccontandoci nel finale che grazie a questo gesto nel 1981 fu finalmente cambiata la legge italiana cancellando il “matrimonio riparatore”.
Proprio in contrapposizione alla cattiveria del gesto subito, la cifra del film sembra essere la sensibilità, il garbo, la riservatezza con cui questa famiglia – splendido il rapporto tra padre e figlia – affronta una situazione così difficile.
Per una precisa scelta della regista, non si esplicita mai la violenza sia per non provocare un inutile pietismo, sia per evitare una banale semplificazione di buono e cattivo andando invece ad indagare le sfumature dell’animo umano. L’antagonista, ad esempio, il figlio del boss (Dario Aita), nel dichiarare di essersi comportato come di norma accadeva, appare lui stesso vittima di una società patriarcale, crudele e ignorante.
Quindi, pur narrando un tremendo abuso, il film diventa unico nel suo stile, onesto e mai giudicante, nonostante rimanga una forte denuncia della mentalità maschilista e abominevole contro la quale è stato necessario lottare e, purtroppo, lo è ancora oggi.
La tematica dell’emancipazione femminile trasforma le vicende in attualità e regala al pubblico forti emozioni facendo di Primadonna una storia di tutti i tempi.
In una scena clou il padre, sconfortato, dice alla figlia che«vincono sempre loro» e lei – un’intensa Claudia Gusmano – losostiene e lo conforta con uno sguardo dolce ma al contempo fieroe determinato.
A distanza di anni, possiamo affermare che non hanno vinto «loro» e che con quell’episodio hanno vinto tutte le donne.
Oggi, 8 marzo, ricordiamoci di celebrare anche questo.
Sabrina Sciabica