“L’impegno in politica resta, e anzi ‘raddoppia’ con la direzione del Riformista, con l’obiettivo di parlare a quell’elettorato che va da “Fi e Udc fino al Pd che non si riconosce in Elly Schlein”
Lo ha detto Matteo Renzi nella conferenza stampa con cui annuncia l’incarico di direttore de Il Riformista, al posto di Piero Sansonetti che torna a L’Unità, anch’essa acquistata dall’imprenditore Alfredo Romeo.
“La forza di un giornale sta nella capacità di offrire una narrazione, una identità. E il riformismo non è il sovranismo di Meloni e non è la linea politica che ha vinto il congresso Pd con Schlein e che rappresenta il M5s di Conte. Tra i sovranisti e la sinistra radicale c’è una maggioranza silenziosa, che una volta ha preso il 40%: che crede che non si blocca l’AI, che crede nel lavoro e non nel RdC, in Industria 4.0 e non nei sussidi. Il Riformista – dice Renzi – deve dare voce a questo mondo qua“.
E lo farà “in linea con la mia esperienza politica: Lascio? Non lascio ma raddoppio. Continuerò a fare il parlamentare dell’opposizione, continuerò a intervenire in Aula, continuerò a fare quello che facevo prima. Ma ci metto anche un’operazione che per me serve al Paese. Il Terzo polo è chiaramente il riferimento di tante persone che leggeranno il Riformista, ma ambisce ad essere il giornale dei moderati dell’attuale maggioranza, Fi, Udc, un centrodestra che fa fatica ad imporsi nelle dinamiche di governo, e dei moderati di un Pd che non si riconosce appieno nel Pd di Schlein. Lo spazio politico per il Terzo polo sono convinto che ci sia e sia ampio, penso che lo spazio del Riformista debba andare oltre il Terzo polo“.