“Per fortuna la disciplina per professori universitari e ricercatori non viene toccata, il contrario sarebbe stato un disastro”. Per Il Nobel Parisi la detassazione al 50% sarebbe stata un passo indietro rispetto alla detassazione quasi totale, soprattutto in una situazione critica come quella attuale, nella quale sono numerosi i giovani con una preparazione qualificata che lasciano Il nostro Paese.
Il commento arriva dopo la precisazione da parte del ministero dell’economia sulla misura in manovra che aveva preoccupato la comunità scientifica. “Riguardo alla norma sugli impatriati, va precisato – aveva spiegato Il viceministro dell’Economia e delle Finanze, Maurizio Leo – che il regime attuale resterà applicabile fino all’entrata in vigore della nuova disciplina e quindi non prima dell’inizio dell’anno prossimo. Un chiarimento, ai fini transitori, che si rende necessario date le segnalazioni arrivate in questi giorni da numerosi cittadini circa alcuni dubbi interpretativi delle nuove norme sui lavoratori impatriati. Queste norme, che mirano a mantenere, semplificare e razionalizzare. Il beneficio, entreranno in vigore dall’inizio del 2024. Le regole per professori universitari e ricercatori che vogliono rientrare in Italia, invece, rimarranno invariate rispetto al passato”.
“Se consideriamo gli ultimi dieci anni, in Italia gli emigrati sono stati maggiori degli immigrati, anche se di poco e l’emigrazione italiana è costituita in gran parte da persone che hanno una laurea o che hanno fatto studi superiori”, ha detto Il Parisi all’Ansa. “E’ un’emigrazione che si porta via una parte della popolazione preparata, sulla quale lo Stato ha fatto un grande investimento attraverso Il sistema scolastico. Di conseguenza, si tratta sia di una perdita sia dal punto di vista umano che in termini di risorse economiche”, ha aggiunto. “Questa emigrazione riguarda non soltanto le discipline scientifiche, ma tutte le discipline e le occupazioni di alto livello e – ha rilevato Il Nobel e vicepresidente dell’Accademia dei Lincei – non è compensata da un’immigrazione di alto livello dal punto di vista professionale”.
Parisi ha osservato che “per cercare di portare in Italia persone di elevata qualificazione o specializzazione, non ha importanza se italiani o stranieri, c’è una norma che prevede la quasi totale esenzione dalle tasse”. Per questo, ha aggiunto, portare l’esenzione al 50% sarebbe stata “una follia: dobbiamo assolutamente fare qualcosa per avere in Italia persone di alto livello. Per fortuna la disciplina per professori universitari e ricercatori non viene toccata: Il contrario sarebbe stato un disastro”. Tanto più, ha detto ancora, “Il numero di laureati in Italia è più basso rispetto alla media europeo: è un motivo in più per fare di tutto per portare laureati nel nostro Paese”. Per tutte queste ragioni, ha concluso Parisi, “è opportuno rimanere nella situazione attuale, anche perché credo che dal punto di vista finanziario non costituisca un grande problema”.
di E. Battifoglia