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Carceri: sdegno per il video del detenuto torturato

Un video shock e inaccettabile. E’ il coro di voci che si levano sul video del detenuto torturato da agenti della polizia penitenziaria nel carcere di Reggio Emilia. Al momento risultano indagati una decina di agenti penitenziari.

Oggi a prendere posizione il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi che sottolinea: “Fermo restando che tutto deve essere accertato nelle sedi competenti, e quindi dare giudizi molto netti preventivamente è sempre qualcosa che deve avere un certo riguardo, e’ ovvio che non sono cose accettabili. Ogni volta che una persona è ristretta, sotto la vigilanza di organi dello Stato, deve essere assicurata la dignità della persona in modo duplice rispetto alle normali condizioni”.

Prima del ministro, altre voci si erano levate per condannare l’episodio, anche da esponenti delle opposizioni. Dura la posizione del segretario generale aggiunto del Sappe Giovambattista Durante e Francesco Campobasso, segretario nazionale che sottolineano in una nota come “il detenuto che si vede nel video aveva gia’ ricevuto circa 30 procedimenti disciplinari. Ogni giorno si contano tra i poliziotti feriti, anche gravi. Ció non giustifica eventuali eccessi nell’operato degli stessi, ma quando si lavora in un clima di violenza quotidiana, l’esasperazione può portare a gesti inconsulti”.

“Da quanto si puo’ vedere dal video diffuso, che non fa certo bene all’istituzione che rappresentiamo – sottolinea Durante – relativamente ai fatti accaduti nel carcere di Reggio Emilia, ricordiamo che la responsabilita’ penale e’ personale e, quindi, la magistratura fara’ il suo corso, giungendo ad una sentenza definitiva. Dobbiamo però ricordare, a dimostrazione del vero lavoro che fa la Polizia Penitenziaria nelle carceri, che ogni anno vengono salvati circa 1700 detenuti che tentano il suicidio. Per converso, nelle stesse carceri, ogni anno, si verificano circa 10.000 episodi di violenza, da parte dei detenuti, tra i quali tantissime aggressioni ai poliziotti, ormai esasperati per le condizioni lavorative”.

A descrivere “gravi situazioni” nel carcere di Reggio Emilia è poi la senatrice Ilaria Cucchi, che ha visitato l’istituto la scorsa primavera, proprio a seguito della segnalazione di quel caso: “Lì ci sono diverse criticità, durante la mia ispezione ho trovato detenuti in condizioni disumane: alcuni con i propri escrementi nella stessa cella. Il problema in genere riguarda i nuovi arrivi, quelli maggiormente esposti anche al rischio di suicidio”.

Del tema caldissimo dello stato delle carceri si è interessato in queste ore anche il capo dello Stato, “preoccupato” per il fenomeno del sovraffollamento e per i suicidi. La situazione insostenibile era stata descritta solo qualche giorno fa in Commissione giustizia anche dallo stesso capo del Dap, Giovanni Russo, il quale ha parlato dell’incremento di circa 400 detenuti in più ogni mese (attualmente sono oltre 60mila) e ha annunciato una serie di interventi, dall’edilizia carceraria agli accordi bilaterali, disposti dal ministero della Giustizia.

 

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