Corruzione per l’esercizio della funzione e per atti contrari ai doveri d’ufficio. E’ l’accusa che la procura di Genova contesta al presidente della Liguria Giovanni Toti, nei confronti del quale sono stati disposti gli arresti domiciliari. Secondo i magistrati il governatore avrebbe accettato dagli imprenditori Aldo e Roberto Spinelli “le promesse di vari finanziamenti e ricevuto complessivamente 74.100 euro”: 40mila sarebbero stati erogati l’8 e 9 dicembre del 2021, 15mila il 25 maggio del 2022 e altri 15mila l’8 settembre del 2022, tutti al Comitato Giovanni Toti. 4.100 euro sarebbero invece stati erogati il 10 marzo del 2023 “quale partecipazione alla cena elettorale per Giovanni Toti”.
In cambio dei finanziamenti, sempre secondo le accuse, il governatore si sarebbe impegnato ad “agevolare” gli imprenditori in una serie di pratiche: si sarebbe adoperato per “trovare una soluzione” che consentisse la trasformazione della spiaggia libera di Punta Dell’Olmo “da libera a privata”, si sarebbe dato da fare per sostenere “l’iter di una pratica edilizia relativa al complesso immobiliare di Punta Dell’Olmo…pendente presso gli uffici regionali”; avrebbe lavorato per “velocizzare e approvare la pratica di rinnovo per trent’anni della concessione del Terminal Rinfuse” alla ‘Terminal Rinfuse Genova Srl’ – una società controllata al 55% dalla Spinelli Srl – pendente innanzi al Comitato di gestione dell’Autorità di sistema portuale del mar Ligure occidentale approvata il 2 dicembre del 2021. Ancora, si sarebbe impegnato per assegnare a Spinelli gli spazi nel porto “ex Carbonile Itar e Carbonile Levante” – assegnazioni avvenute a giugno e a dicembre del 2022 – e un’area demaniale in uso a Autostrade; e per agevolare l’imprenditore “nella pratica del tombamento di Calata Concenter, approvata a luglio del 2022.
Con il suo capo di gabinetto Matteo Cozzani, Toti è anche accusato di “aver accettato la promessa” del consigliere di amministrazione di Esselunga Spa Francesco Moncada “di un finanziamento illecito”: in sostanza ci sarebbe stato un “pagamento occulto di alcuni passaggi pubblicitari sul pannello esposto sulla Terrazza Colombo” per la campagna delle comunali del giugno 2022. In cambio il governatore si sarebbe impegnato “a sbloccare due pratiche di Esselunga” in Regione e relative alla apertura di due punti vendita a Sestri Ponente e Savona.
Ci sono anche il consigliere regionale Mimmo Cianci e il consigliere comunale genovese, Umberto Lo Grasso, tra i 25 indagati dalla Procura di Genova nell’ambito della maxi inchiesta per corruzione che ha portato, tra l’altro, all’arresto del presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti. Cianci e Lo Grasso, entrambi della Lista Toti, si uniscono al consigliere regionale Stefano Anzalone, entrato in assemblea legislativa come esponente della Lista Toti e poi passato al gruppo misto. Lo Grasso è indagato per favoreggiamento, aiutava i fratelli Testa a eludere le investigazioni per il reato di corruzione elettorale, avvisandoli di “non parlare al telefono” perché “stanno indagando”. Sei, invece, gli episodi di corruzione elettorale contestate al consigliere regionale Mimmo Cianci, presidente della commissione Territorio. Nel maggior parte dei casi, Cianci viene accusato di aver promesso l’affidamento di lavori in condomini da lui amministrati, in cambio dei voti per l’elezione al consiglio regionale nel 2020. Nella lista dei corrotti anche Luigi Mamone, ritenuto terminale ligure della ‘ndrina Raso-Gullace-Albanese, nel frattempo deceduto. Sempre per ottenere voti alle regionali, Cianci avrebbe promesso anche posti di lavoro.