La coalizione di governo consolida la sua forza nel Paese. Cresce il partito di Giorgia Meloni, che sfiora il 29 per cento (alle ultime elezioni politiche aveva incassato il 26) e si conferma primo partito in Italia. Crescono, anche se in maniera minore rispetto all’alleato, Forza Italia, assieme a Noi moderati, che non subisce la diaspora dei voti nonostante la scomparsa del suo fondatore e storico leader, attestandosi al 9,6 per cento (alle Politiche ottenne 8,1%), e superando di poco la Lega, che regge e conquista il 9 per cento (8,8% il risultato alle ultime politiche).
Più variegato il dato delle opposizioni: Il Pd conquista cinque punti percentuali, passando dal 19 per cento delle elezioni politiche al 24 per cento delle europee, e si conferma come prima forza alternativa a quelle che sostengono l’esecutivo, rafforzando il suo ruolo di ‘perno’. Esce dalle urne piuttosto ammaccato il Movimento 5 stelle, che ottiene il 10 per cento, a fronte del 15,4 incassato alle politiche. Boom dei Verdi e Sinistra, con IL 6,7 per cento, che quasi raddoppiano i voti (3,6 IL risultato alle politiche), mentre vanno male Azione (che non supera lo sbarramento), Italia viva e Piu’ Europa, presentatesi insieme alle europee e anche loro fuori dal prossimo parlamento di Bruxelles.
Il risultato di Fratelli d’Italia “non era affatto scontato, è un risultato clamoroso. E’ molto importante politicamente e anche commovente personalmente”, rivendica la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. “Questo risultato ci sprona ad andare avanti, penso che gli italiani abbiano voluto dare un messaggio molto chiaro, cioè che dobbiamo continuare IL nostro lavoro”, aggiunge Meloni, che rimarca il dato della coalizione di centrodestra: “Voglio fare i miei complimenti a Forza e alla Lega perchè la maggioranza ne esce chiaramente più forte e più coesa”. Ma e’ soprattutto il governo ad essere “rafforzato, fra le grandi nazioni europee sicuramente è il governo più forte”. Ora per Meloni anche in Ue e’ necessario “guardare molto piu’ verso il centrodestra”.
Il leader di Forza Italia Antonio Tajani, a caldo osserva: “Ci davano per morti invece siamo vivi e vegeti”. Poi, in mattinata, rivendica: “Abbiamo costruito in questi mesi un risultato straordinario al quale nessuno degli osservatori esterni credeva. Arrivare alle cifre che abbiamo raggiunto non è stato affatto facile ma eravamo convinti che erano alla nostra portata”, spiega il vicepremier azzurro. “E’ la prima tappa di un percorso di una strategia che vuole farci essere protagonisti in quello spazio politico che va da Giorgia Meloni a Elly Schlein. Lo abbiamo occupato grazie al voto degli italiani”. Adesso il prossimo obiettivo è ottenere il 20% alle prossime politiche, un obiettivo “raggiungibile”.
Matteo Salvini guarda a una “prospettiva nazionale” come obiettivo per “il futuro”. E assicura di non avere alcuna intenzione di lasciare la guida del partito, anzi, si ricandiderà alla segreteria. IL voto delle europee “non cambia gli equilibri del governo”, nonostante il seppur lieve sorpasso ad opera di Forza Italia. Il leader leghista poi rivendica il buon risultato incassato da Roberto Vannacci, la ‘sua’ scommessa: ora “inizia un percorso comune” annuncia. Infine, una stoccata a Umberto Bossi, che nel giorno del voto ha fatto sapere di votare per un candidato nelle liste azzurre: “Ha mancato di rispetto alla comunità della Lega”, scandisce il vicepremier.
Nel fronte opposto, Schlein esulta: “E’ una bella giornata per IL Partito Democratico, voglio ringraziare gli elettori e le elettrici che ci hanno dato fiducia. Il Pd torna nelle piazze, nei luoghi di lavoro e nei luoghi di cura. Un lavoro collettivo che ha premiato il Pd. E’ il partito che è cresciuto di più, cinque punti in più rispetto alle politiche, due in più rispetto alle scorse elezioni europee. Siamo i soli a crescere in voti in termini assoluti rispetto alle politiche. La distanza con il partito di Meloni si è ridotta a un solo milione di voti. Il messaggio è chiaro: Giorgia Meloni, stiamo arrivando”. Quindi garantisce: “Lavoreremo come sempre in modo testardamente unitario per costruire l’alternativa che serve alle destre in questo Paese. Noi sentiamo come perno indiscusso dell’alternativa la responsabilità di costruire l’alternativa a queste destre”.
Avs, forte del risultato ottenuto alle urne, si candida ad essere lei Il perno dell’alternativa: “Ci rivolgiamo a Schlein e a Conte: da domani la responsabilità della costruzione di un’alternativa per questo Paese è collettiva. Senza Avs non comincia neanche la discussione. Siamo IL perno della costruzione di un’alternativa”, rimarca Nicola Fratoianni.
Il leader di Azione Carlo Calenda ammette la sconfitta, “una dura sconfitta che non ci aspettavamo”. Ma nessuna intenzione di mollare: “Azione continuerà a fare il suo lavoro. Si può cadere ma ci si rialza e si ricomincia a combattere. Churchill diceva che il successo non è definitivo, l’insuccesso non e’ fatale”, spiega. Nel ‘day after’ non parla il leader M5s Giuseppe Conte, che in nottata non ha nascosto il risultato non eclatante del suo Movimento, promettendo l’avvio di una riflessione. Non parla nemmeno Matteo Renzi, che peraltro in nottata aveva invece affidato ai social l’ammissione “niente, è andata male”, dicendosi “grato a Emma Bonino e a tutti i dirigenti politici che ci hanno creduto” e riconoscendo che “la politica e’ una grande scuola di vita, anche quando non si vince”. “E dunque non riesco a essere triste. Perche’ sono molto convinto che fosse giusto fare questa proposta, in questo momento”, ha detto ancora guardando a quegli Stati Uniti d’Europa che gli fanno dire “è stato bello affermare le ragioni di un sogno controcorrente” (Agi).