Da un lato un “vero miracolo politico”, un “exploit”, una “rivoluzione francese”, un plauso per il “voto repubblicano”, dall’altro un motivo di “caos, confusione e instabilità”.
E’ questa la doppia lettura della stampa estera all’indomani degli inattesi risultati delle elezioni legislative anticipate in Francia, vinte dalla coalizione di sinistra del Nuove Fronte Popolare (NFP), ma senza una maggioranza chiara all’Assemblea nazionale. Nel contempo la stampa internazionale emette un verdetto durissimo sul presidente Emmanuel Macron e sul suo futuro politico. Oltremanica, sia la Bbc che il Guardian titolano che la Francia “si trova in una situazione di stallo dopo che l’alleanza di sinistra ha battuto l’estrema destra, ma senza maggioranza”.
Se è vero che il partito di Marine Le Pen non è riuscito a “prendere il potere”, allontanato dall’alleanza di sinistra con “una vittoria a sorpresa”, lo e’ altrettanto che “nessun partito ottiene la maggioranza assoluta”, sottolineano le due testate britanniche. Tuttavia, se il Rassemblement National (RN) ha fallito nell’ottenere una “vittoria spettacolare e storica”, la Bbc fa notare che ha “considerevolmente rafforzato la sua presenza in Parlamento”. Interrogandosi su “cosa potrebbe succedere dopo”, i media britannici commentano che “non si hanno ancora notizie dirette da Macron. Sebbene debba lavorare con il Parlamento, queste elezioni non hanno ripercussioni dirette sul suo lavoro: gli restano tre anni di mandato presidenziale”. Per The Times, la Francia “e’ entrata in acque inesplorate, 66 anni dopo aver progettato la V Repubblica per garantire un governo parlamentare stabile sotto una presidenza forte, inaugurata dal generale Charles de Gaulle”. La stessa testata fa una vera “autopsia politica” del presidente francese, che ha premuto il pulsante della dissoluzione nucleare”.
Per The Times, Macron, costretto al basso profilo, “‘ è ormai ridotto all’impotenza, il macronismo ha fatto il suo tempo”. “Il presidente piu’ interventista degli ultimi decenni – un campione della microgestione – secondo il quotidiano britannico – e’ stato appena relegato sullo sfondo. E’ stato condannato a sedersi sul sedile posteriore della macchina per gli ultimi tre anni del suo mandato”.
Il quotidiano spagnolo El Pais dedica tre titoli di apertura alla Francia che “frena l’estrema destra”, con la sinistra che “festeggia la vittoria nelle strade”, mentre “l’estrema destra vede svanire il suo sogno di governare”. I risultati delle elezioni di domenica 7 luglio sono un preludio alle festivita’ francesi del 14 luglio. “In questa occasione, il vecchio motto Liberte’, E’galite’ et Fraternite’ sembra prendere una nuova direzione”, osserva lo scrittore spagnolo Daniel Bernabe’ sul sito di El Pais. Tuttavia il quotidiano spagnolo avverte che “la soddisfazione di aver schivato un proiettile non deve offuscare le cifre”: numeri alla mano, in molti dei 577 distretti elettorali francesi, “all’estrema destra mancavano solo pochi voti per ottenere un deputato”. “E’ la fine dell’iperpresidenza di Giove, eclissato”, osserva invece La Vanguardia di Barcellona. Per la testata tedesca Suddeutsche Zeitung, “Macron ha lasciato che il voto creasse un inutile caos politico; la rapida formazione di alleanze a sinistra deve averlo sorpreso. Il presidente non ha dato al suo gruppo centrista un vantaggio tattico nel prepararsi alle elezioni e nel trovare alleati”. Il verdetto delle urne mostra chiaramente che “questo è stato anche un voto di rabbia contro il Presidente, e non solo contro l’estrema destra”.
Il settimanale liberale ungherese HVG commenta che “la mossa a poker di Macron può aver impedito a Marine Le Pen di vincere, ma ha anche indebolito se stesso nel processo”. Per la testata ungherese, “l’incertezza politica che attende Parigi rischia di portare il continente a un punto morto”. Ma per molti “questa incertezza è comunque piu’ rassicurante della prospettiva di vedere l’estrema destra alla guida della Francia”, aggiunge la rivista, che sottolinea la “delusione” di Jordan Bardella, che “si immaginava gia’ a capo del governo”. La vittoria del Fronte Popolare dimostra anche che “l’insoddisfazione dei francesi ha molto piùa che fare con il potere d’acquisto che con l’immigrazione”. Le truppe di Marine Le Pen “hanno puntato troppo in alto”, mentre Macron, che “governava gia’ in minoranza” e “per decreto su questioni chiave come il bilancio e le pensioni”, puo’ “probabilmente dire addio alle sue impopolari riforme”.
Per il quotidiano svizzero Le Temps, “il grande giorno per l’estrema destra non e’ ancora arrivato”, mentre il Nuovo Fronte Repubblicano, creato tra le due tornate elettorali per limitare l’ondata di RN che avrebbe travolto l’Assemblea Nazionale, “sembra aver dato i suoi frutti, dopo che 210 candidati del campo presidenziale e della sinistra hanno ritirato le loro candidature”. Il sito di notizie greco News247 condivide il sollievo del vignettista Adonis Vavagiannis su X, con la scritta “Mai piu’!” sotto la sua illustrazione che mostra la mano rossa del Nuovo Fronte Popolare che blocca il cammino dell’estrema destra. Oltreoceano, il New York Times osserva che “anche con un numero di seggi inferiore al previsto, il RN ha conquistato un posto nella politica francese, che sta cancellando un panorama politico postbellico costruito intorno all’idea che il carattere apertamente razzista e antisemita dell’estrema destra la rendesse indegna di posizioni di potere”. Ad ogni modo, i risultati elettorali producono una “situazione di stallo, con la sinistra che cresce e l’estrema destra che non e’ all’altezza”, valuta anche il Washington Post. Il voto francese visto dalla stampa russa prospetta che ora Macron tornera’ a “pavoneggiarsi” sulla scena internazionale.
Il geopolitologo russo Fyodor Lukyanov, ripreso dal sito web vicino alle posizioni del Cremlino Vzgliad, commenta che “i macronisti hanno abilmente fatto valere il loro peso nella ridistribuzione delle forze politiche e hanno evitato il disastro. Il risultato e’ che il Presidente della V Repubblica si liscerà presto le penne e tornerà a pavoneggiarsi sulla scena internazionale”. Il prossimo appuntamento per il capo di Stato francese non è altro che il vertice della Nato a Washington, che si apre domani. In quella sede, sottolinea Lukyanov, Macron “sarà accolto a braccia aperte come un membro dell’establishment atlantico che ha evitato un doloroso sgarbo a questa alleanza (Agi)“.