È finita ufficialmente oggi alle 10:40 l’era di Giovanni Toti alla guida della Regione Liguria, cominciata 9 anni fa. Il governatore, arrestato il 7 maggio scorso per corruzione e raggiunto pochi giorni fa da un’altra misura di custodia cautelare ai domiciliari per finanziamento illecito si e’ dimesso. La decisione di Toti di “dimissioni irrevocabili” e’ stata consegnata dall’assessore alla Protezione civile, Giacomo Giampedrone, delegato dallo stesso governatore, all’ufficio protocollo della Regione, proprio alle 10:40. Ma Toti aveva subito espresso all’avvocato Stefano Savi, suo legale, la volonta’ di abbandonare la decisione. Lo ha fatto con una lunga lettera in cui spiega che “dopo tre mesi dall’inizio dei miei arresti domiciliari e la conseguente sospensione dall’incarico che gli elettori mi hanno affidato per ben due volte, ho deciso sia giunto il momento di rassegnare le mie irrevocabili dimissioni da Presidente della Giunta Regionale della Liguria”. Nella missiva Toti sottolinea di assumersi “tutta la responsabilita’ di richiamare alle urne, anticipatamente, nei prossimi tre mesi, gli elettori del nostro territorio, che dovranno decidere per il proprio futuro”. Le elezioni saranno fissate entro 90 giorni. Intanto la prossima settimana, lunedi’, l’avvocato Savi presentera’ una nuova istanza di revoca delle misure cautelari ai domiciliari, a distanza di oltre due mesi dal primo arresto per corruzione e a pochi giorni dal secondo per finanziamento illecito.
Nella lettera Toti rimarca che “oggi sento come necessario che i cittadini tornino ad esprimersi per ridare alla politica, al piu’ presto, quella forza, quella autorevolezza, quello slancio, indispensabili ad affrontare le moltissime sfide che la Regione ha di fronte per continuare nel percorso di modernizzazione e crescita economica”. “Sono certo – aggiunge – che i liguri sapranno giudicare e scegliere per il proprio meglio, e sapranno valutare l’impegno messo da tutti noi, i difficili momenti che abbiamo vissuto ed affrontato insieme, dal Ponte Morandi al Covid”. Toti chiude dichiarando di lasciare “una Regione in ordine. Ho atteso fino ad oggi per rassegnare le mie dimissioni per consentire al Consiglio Regionale di approvare l’Assestamento di bilancio e il Rendiconto, fondamentali per la gestione dell’Ente”. Con amarezza sottolinea che avrebbe “voluto confrontarmi diversamente con il nostro territorio, con i tanti sindaci e amministratori con cui abbiamo condiviso i progetti, gli amici che mi hanno affiancato in due lustri di lavoro indefesso, le forze politiche che hanno sostenuto questa esperienza – rimarca – Non e’ stato possibile farlo, sono confidente che lo sara’ nel prossimo futuro, valutate dai magistrati le istanze che l’avvocato Savi si appresta a ripresentare nelle prossime ore. Si apre per tutti una fase nuova: agli elettori il compito di giudicare la Liguria che abbiamo costruito insieme in questi lunghi anni e decidere se andare avanti su questa strada. Ai partiti della maggioranza la responsabilita’ valorizzare con orgoglio i risultati raggiunti, non tradire il consenso raccolto, valorizzare la classe dirigente cresciuta sul territorio. Ai tribunali della Repubblica valutare le responsabilita’ chiamate in causa dall’inchiesta. Al Parlamento Nazionale e all’opinione pubblica del paese il dovere di fare tesoro di questa esperienza e tracciare regole chiare e giuste per la convivenza tra giustizia e politica all’interno del nostro sistema democratico”. Per Giampedrone, ambasciatore della notizia, Toti e’ “un grande presidente e un grande uomo, questo è l’ennesimo sacrificio che compie in questa Regione. E’ un momento di dolore, ma anche di grande orgoglio, abbiamo l’attesa di rivederlo presto. Quando il presidente potra’ tornare con noi faremo tutte le valutazioni con lui e con la maggioranza” (AGI).