Il provvedimento è stato approvato con 166 voti favorevoli e 117 contrari. Adesso il testo verrà trasmesso al Senato per l’approvazione definitiva
Il quarto disegno di legge annuale sul mercato e sulla concorrenza ha ottenuto il prima via libera. L’aula della Camera, infatti, ha approvato con 166 voti favorevoli il ddl Concorrenza che adesso si appresta a ricevere l’ok definitivo anche dall’altro ramo del Parlamento. Il provvedimento, infatti, è atteso nell’aula del Senato già la prossima settimana.
Il testo, varato a fine luglio dal Cdm, interviene sulla regolamentazione di vari ambiti economici. A partire dalle concessioni autostradali (a cui viene dedicato un ampio pacchetto di norme per l’attuazione di una riforma legata al Pnrr), passando per l’apparato sanzionatorio di Taxi e Ncc abusivi, fino ad arrivare alle novità in materia di start-up.
Ma vediamo come è cambiato il testo nel corso dell’esame in prima lettura a Montecitorio.
START-UP, STOP A LIMITE 20% CAPITALE SOCIALE L’ultima modifica in ordine di tempo è stata quella sulle start-up innovative su cui si è intervenuti con un maxi-emendamento dei relatori Elisa Montemagni (Lega) e Fabio Pietrella (FdI) presentato direttamente in aula e sul quale il Mimit ha lavorato fino all’ultimo minuto prima che il provvedimento venisse licenziato dalle commissioni Ambiente e Attività produttive della Camera.
L’obiettivo era quello di accogliere le richieste bipartisan di abbassare la soglia del capitale sociale che le start-up devono avere (entro due anni dall’iscrizione nel registro) per essere definite start-up “innovative”. Il testo fissava la soglia in 20mila euro, un tetto giudicato troppo elevato da più parti. Tanto che l’emendamento dei relatori non si è limitato ad abbassarlo, ma lo ha eliminato sopprimendo di fatto il riferimento alla soglia di 20mila euro. Ma nella riscrittura della definizione di “start-up” non ci si è limitati a questo, perché la modifica approvata in aula ha anche escluso dalla qualifica di start-up innovativa le imprese che svolgono “attività prevalente di agenzia e consulenza”. Parallelamente, si interviene sui requisiti per la permanenza della start-up nella sezione speciale del registro delle imprese. In particolare, “dopo la conclusione del terzo anno” la permanenza “è consentita sino a complessivi 5 anni dalla data di iscrizione nel registro” se è integrato almeno uno dei requisiti elencati dalla norma. Tra questi, l’incremento al 25% della percentuale delle spese di ricerca e sviluppo; la stipula di almeno un contratto di sperimentazione con una pubblica amministrazione e l’ottenimento di almeno un brevetto. La permanenza nel registro può essere prolungata di “ulteriori periodi di 2 anni, sino a un massimo di 4 anni complessivi per il passaggio alla fase di ‘scaleup'” a determinate condizioni definite dalla norma.
CREDITO IMPOSTA ANCHE PER ACCELERATORI QUALIFICATI Recependo alcuni emendamenti parlamentari, inoltre, si è ampliata la platea dei beneficiari del contributo sotto forma di credito di imposta che il testo inizialmente riservava solo agli incubatori certificati che investivano in una o più start-up innovative. Adesso, infatti, il contributo verrà riconosciuto anche agli acceleratori qualificati nella misura dell’8% della somma investita nel capitale sociale di una o più start-up innovative direttamente o tramite organismi di investimento collettivo di risparmio o di altre società che investano prevalentemente in start-up innovative.
SALE AL 65% DETRAZIONE PER INVESTIMENTI IN START-UP Dal 1° gennaio 2025, la detrazione Irpef prevista per gli investimenti in start-up innovative passerà dal 50% al 65% della somma investita dal contribuente nel capitale sociale di una o più start-up innovative. Si tratta di una novità inserita nel ddl Concorrenza direttamente dall’emendamento dei relatori. La detrazione, inoltre, verrebbe concessa “alle sole start-up innovative, sino al terzo anno di iscrizione”, purché l’investimento “non produca una partecipazione qualificata superiore al 25% del capitale sociale o dei diritti di governance”. Tuttavia, “il diritto alla detrazione non sussiste se il contribuente è anche fornitore di servizi alla start-up – direttamente, ovvero anche attraverso società controllata o collegata – per un fatturato superiore al 25% dell’investimento portato a beneficio”.
NOVITÀ SU INVESTIMENTI FONDI PENSIONE IN VENTURE CAPITAL Nello stesso emendamento, trova spazio anche la norma che di fatto spingerà i fondi pensione a investire in venture capital e, quindi, ad aumentare le risorse per le start-up innovative. Si prevede, infatti, che i redditi derivanti dagli investimenti fatti dai fondi pensione continueranno a godere dello sgravio fiscale previsto dalla legge di Bilancio del 2017 (imposta sostitutiva del 20%) a patto che almeno il 5% del “paniere degli investimenti qualificati risultanti dal rendiconto dell’esercizio precedente” sia destinato in quote o azioni di fondi per il Venture capital. Una percentuale che, invece, salirà al 10% nel 2026.
OTT, SALTA NORMA SU EQUO COMPENSO Nonostante le interlocuzioni con il Mimit, non c’è stato spazio per inserire all’interno del ddl Concorrenza la norma voluta dalla maggioranza per introdurre un contributo per l’utilizzo delle reti da parte delle piattaforme digitali che forniscono servizi e contenuti online (OTT) in modo che i costi per il mantenimento delle infrastrutture di rete non ricadano interamente sugli operatori. La norma, presentata sotto forma di emendamenti da Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia, era stata dichiarata inammissibile. Motivo per cui le forze si è cercato di riformularla ammorbidendone la portata. Nell’ultima versione visionata dal Mimit, infatti, sarebbero stati alcuni alcuni soggetti come il sistema radiotelevisivo nazionale. Ma la riscrittura non è bastata a inserire l’equo compenso nel testo. In base a quanto riferito da fonti di maggioranza, infatti, il Mimit avrebbe rinunciato a intervenire poiché la materia sarebbe di competenza europea e non nazionale. Un emendamento analogo era stato segnalato da Forza Italia in commissione Bilancio al Senato nell’ambito dell’esame del dl Fisco. Ma durante le votazioni l’emendamento è stato ritirato. Il tentativo di intervenire sul settore c’è stato anche in Manovra: anche in questo caso, infatti, Forza Italia ha presentato un emendamento che poi è stato dichiarato inammissibile. “Abbiamo lavorato per l’introduzione di misure che, pur non essendo confluite, riteniamo siano importanti per il futuro. Mi riferisco in particolare ai cosiddetti OTT, una questione delicata sulla quale dovremo tornare successivamente con provvedimenti ad hoc”, ha detto il deputato azzurro Luca Squeri in dichiarazione finale sul ddl Concorrenza nell’aula della Camera.
AUTOSTRADE, ARRIVA LA DEROGA AI 15 ANNI DI CONCESSIONE Come accennato, la riforma delle concessioni autostradali rappresenta il nucleo del ddl Concorrenza di quest’anno. Una riforma necessaria per centrare uno degli obiettivi previsti dal Pnrr per ricevere la settima rata. Stando alle parole del ministro dei Trasporti, Matteo Salvini, le novità puntano a dare agli investitori privati, quindi ai concessionari, “tranquillità e serenità per poter investire nell’arco del tempo” e al pubblico la garanzia di “un riequilibrio fra i pedaggi”. Nonostante alcuni emendamenti parlamentari avessero chiesto di innalzare il termine massimo delle concessioni, che il testo fissa in 15 anni, durante l’esame in sede referente ci si è limitati a introdurre una deroga ai 15 anni. La concessione, quindi, potrà superare questo tempo massimo “solo nel caso in cui il programma di lavori da affidare in concessione non consenta il recupero degli investimenti effettuati e il ritorno del capitale investito nel termine di quindici anni, tenuto altresì conto del tempo necessario ad ammortizzare le eventuali somme corrisposte a titolo di valore di subentro, determinato secondo i parametri stabiliti dall’Art”. Nel testo originario, invece, si prevedeva che la durata delle concessioni potesse essere derogata solo nel caso in cui il concedente intendesse affidare in concessione la realizzazione di lavori di durata superiore a 15 anni.
STOP A ‘SILENZIO-ASSENSO’ PER PARERE CIPESS SU AFFIDAMENTI IN HOUSE AUTOSTRADE Altra novità arrivata durante l’esame del testo nelle commissioni VIII e X di Montecitorio, è quella che assegna al Cipess 30 giorni di tempo – dalla richiesta di iscrizione all’ordine del giorno – per esprimersi sulla proposta di convenzione (trasmessa dall’ente concedente) per l’affidamento in house delle concessioni autostradali e sul relativo Pef (Piano economico e finanziario). Il termine per il parere, tuttavia, potrà essere prorogato di “ulteriori 15 giorni per motivate esigenze istruttorie e integrazioni documentali”. L’emendamento della Lega ha eliminato, quindi, il meccanismo di ‘silenzio-assenso’ (inizialmente previsto dalla norma) in base al quale l’esame del Cipess si intendeva assolto positivamente “in caso di mancata deliberazione entro 30 giorni dalla richiesta di iscrizione all’ordine del giorno”.
TAXI E NCC, SANZIONI ANCHE IN CASO DI MANCATO AGGIORNAMENTO DATI RENT In materia di taxi e Ncc, invece, durante l’esame in sede referente si è intervenuti sull’apparato sanzionatorio tracciato dal ddl Concorrenza che mira a contrastare i fenomeni di abusivismo nel settore. Tra le modifiche approvate, infatti, si prevede che le sanzioni – che vanno dalla sospensione alla revoca dal ruolo dei conducenti – verranno irrogate non solo in caso di mancata iscrizione al Rent (cioè al Registro elettronico nazionale per taxi e Ncc), ma anche “in caso di mancato aggiornamento dei dati conferiti nel medesimo registro”. Sempre in ambito sanzionatorio, è stato anche innalzato da 2 a 5 anni l’arco temporale entro cui devono essere commesse le violazioni (da parte di taxi e Ncc) che possano far scattare le sanzioni crescenti previste dal disegno di legge (il pagamento di una somma di denaro e la sospensione della carta di circolazione).
BUONI PASTO, ANCHE NEL SETTORE PRIVATO ARRIVA IL TETTO MASSIMO COMMISSIONI AL 5% Sono servite alcune riformulazioni prima che le commissioni approvassero l’introduzione del tetto massimo del 5% per le commissioni sui buoni pasto di cui usufruiscono i dipendenti delle aziende private. La proposta, formulata da Fratelli d’Italia, intende equiparare le commissioni sui ticket tra il settore pubblico e quello privato. La novità, in ogni caso, entrerà in vigore da subito per i nuovi accordi, mentre per gli accordi già in essere diverrà effettiva a partire dal 1° settembre 2025, fatta salva la rinegoziazione.
ENERGIA, VULNERABILI POTRANNO ADERIRE A SISTEMA TUTELE GRADUALI ENERGIA I clienti domestici vulnerabili (come over 75, persone con disabilità e fragili economici) potranno chiedere “entro il 30 giugno 2025” di aderire al sistema a tutele graduali del mercato elettrico. La norma, a prima firma del presidente della commissione Attività produttive Alberto Gusmeroli (Lega), prevede che “i clienti domestici vulnerabili hanno la facoltà di chiedere, entro il 30 giugno 2025, l’accesso al servizio a tutele graduali” disciplinato dall’Autorità di regolazione per energia reti e ambiente (Arera) “fornito dall’operatore aggiudicatario dell’area ove è situato il punto di consegna interessato”.
Rispetto alla prima versione della norma, tuttavia, la riformulazione approvata non prevede più che Arera provveda all’attivazione di un “numero telefonico dedicato al quale possano rivolgersi clienti vulnerabili serviti da un esercente la vendita del libero mercato che vogliono ritornare nel servizio di vulnerabilità o nel servizio a tutele graduali, comunicando solo i dati anagrafici e il codice utente”. Ci si limita a prevedere, infatti, che entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge, Arera stabilisca le modalità di attuazione della norma, “ivi incluse quelle concernenti l’attestazione circa la sussistenza dei requisiti di vulnerabilità, dandone evidenza nel proprio sito internet istituzionale”.
ARRIVA PORTALE IVASS PER CONFRONTO ASSICURAZIONI DANNI CALAMITÀ Tra le novità introdotte durante l’esame alla Camera, anche quella contenuta in alcuni emendamenti bipartisan con cui si prevede che l’Ivass debba gestire un portale per la comparazione dei contratti assicurativi “al fine di favorire una scelta consapevole e informata da parte delle imprese soggette all’obbligo” di stipulare contratti assicurativi a copertura dei danni direttamente cagionati da calamità naturali ed eventi catastrofali.
SANITÀ, SOSPESE NORME SU ACCREDITAMENTO E CONTRATTI CON SSN Arriva una sospensione del decreto del ministro della Salute (del 19 dicembre 2022) che definisce le modalità di valutazione per l’accreditamento istituzionale e la stipulazione di accordi contrattuali per l’erogazione di prestazioni sanitarie e socio-sanitarie per conto e a carico del Servizio sanitario nazionale. Con l’ok ad alcuni emendamenti riformulati (firmati da Forza Italia e Fratelli d’Italia), infatti, viene sospesa per due anni (non oltre il 31 dicembre 2026) la disciplina sull’accreditamento e sugli accordi contrattuali con il Ssn “fino agli esiti delle attività del Tavolo di lavoro per lo sviluppo e l’applicazione del sistema di accreditamento nazionale”. L’obiettivo sarebbe quello di arrivare a una revisione complessiva del sistema di accreditamento e di stipulazione degli accordi contrattuali con il sistema sanitario nazionale. Revisione che, appunto, viene rimessa al tavolo di lavoro del ministero della Salute con le Regioni e le associazioni di categoria.
STRETTA SU TELEFONATE PUBBLICITARIE: AGCOM DOVRÀ AGGIORNARE REGOLAMENTO PORTABILITÀ NUMERI Tra le modifiche approvate durante l’esame nelle commissioni Ambiente e Attività produttive della Camera, si segnala la norma secondo cui l’Agcom dovrà aggiornare il regolamento sulla portabilità dei numeri in modo da impedire o almeno limitare le telefonate pubblicitarie indesiderate. L’obiettivo è quello di contrastare il fenomeno dello scambio di banche dati tra operatori. A tal fine, quindi, la disposizione prevede che l’Agcom conduca anche un’attività di monitoraggio e realizzi una relazione annuale sul fenomeno (Public Policy).