La Costituzione mai stravolta così negli ultimi cinquant’anni”. L’Associazione nazionale dei magistrati lancia il suo “grido di allarme” in vista dello sciopero proclamato per il 27 febbraio contro la riforma della Giustizia annunciata dal governo, che ha avuto il primo via libera alla Camera giovedì scorso. Un provvedimento che – per il presidente dell’Anm, Giuseppe Santalucia – “peggiorerà il servizio giustizia e indebolisce il quadro delle garanzie”, perciò restare in silenzio di fronte a ciò “delegittima le toghe”.
La prima forma di protesta si avrà già venerdì prossimo, in occasione dell’inaugurazione del nuovo anno giudiziario, quando magistrati in toga e coccarda tricolore durante la cerimonia si dicono pronti ad uscire dall’aula quando prenderà la parola il ministro Carlo Nordio o un suo delegato. Punto per punto, il sindacato delle toghe è nuovamente intervenuto sui vari capitoli della riforma che “ha tanti padri, ma non Giovanni Falcone, che non voleva indebolire l’ordine giudiziario ma esaltare le diverse professionalità della magistratura”, – sostiene il suo segretario puntando a smentire quanto al contrario sostiene la maggioranza di governo, la quale definisce la separazione delle carriere in magistratura uno dei provvedimenti auspicati dal pm antimafia ucciso nel 1992. Anzi – sottolinea Santalucia – così “avremo un pm gigante che necessariamente sarà più vicino all’Esecutivo. In molti Paesi questo è l’inizio per andare sulla strada di un’azione penale influenzata dal potere politico: strada che mette in discussione il principio di uguaglianza”. Poi la questione del provvedimento che prevede il sorteggio dei membri del Csm: “Stiamo privando i magistrati del diritto di elettorato attivo e passivo. È come dire: non siete in grado di eleggere i vostri rappresentanti. Il sorteggio non è la panacea di tutti i mali e umilia la magistratura, unica tra le tante a vedersi privata di questo diritto”.
Ma ad usare le parole più pesanti è il segretario generale del sindacato, Salvatore Casciaro, per il quale “non c’è mai stata negli ultimi 50 anni, forse, una riforma che stravolge radicalmente la fisionomia della nostra Costituzione alterando quelli che sono i rapporti tra i poteri dello Stato e gettando le basi per un possibile condizionamento del potere giudiziario”. E in merito all’ipotesi di un referendum e di un eventuale esito positivo per la riforma, l’Anm chiarisce: “se sarà questa la volontà del Paese saremo rispettosi , ma abbiamo il dovere di dire quello che pensiamo”.
Un’ultima polemica riguarda invece il deputato di Forza Italia, Enrico Costa, per il quale “occorre anche affrontare il tema dei magistrati fuori ruolo che lavorano nei ministeri anziché nei tribunali”. Pronta la replica del sindacato: “L’onorevole Costa, da avvocato penalista, segue la scia delle Camere penali ed è ossessionato dal ‘plotone di toghe’ che stanno al ministero ma non è in grado di allargare lo sguardo sugli avvocati: un vero e proprio reggimento, pari quasi al 20% delle due assemblee legislative, che siedono in Parlamento”.