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Il Governo promette riduzioni fiscali, ma i lavoratori poveri stanno già pagando un prezzo alto

Il Governo italiano sta nuovamente promettendo, a breve, una riduzione delle tasse, ma, come sottolineato da Cesare Damiano, Presidente dell’Associazione Lavoro&Welfare ed ex Ministro del Lavoro, i lavoratori continuano a pagare un prezzo salato per le bollette energetiche e non solo. “Aspettiamo fiduciosi, ma intanto il Governo farebbe bene a correggere gli errori contenuti nell’ultima legge di Bilancio che, nel 2025, sottrarrà circa 1.200 euro dalle tasche dei lavoratori più poveri”, afferma Damiano. La denuncia arriva da varie fonti, come i caf della Cgil e delle Acli e dal Centro Studi dell’Associazione Lavoro&Welfare.

Nel rapporto emerso, si spiega come il Governo abbia modificato il sistema introdotto dal precedente esecutivo guidato da Mario Draghi, che prevedeva un alleggerimento del cuneo fiscale per i lavoratori con un reddito da lavoro dipendente fino a 35.000 euro lordi annui. Con la legge di Bilancio 2024, l’alleggerimento non è stato più garantito tramite la riduzione dei contributi previdenziali a carico dei lavoratori, ma con un nuovo regime fiscale che, purtroppo, ha portato a una serie di effetti indesiderati.

In particolare, tra il 2024 e il 2025, i lavoratori con un reddito da 9.400 euro fino a 35.000 euro lordi noteranno un impatto limitato sulle loro retribuzioni nette, con alcune incongruenze che meritano attenzione: in alcuni casi i lavoratori ci guadagnano, in altri ci perdono. Tuttavia, il vero problema emerge per i lavoratori con redditi tra 8.406 e 9.003 euro lordi, che si troveranno a dover rinunciare al bonus fiscale di 1.200 euro a cui avevano diritto nel 2024. Questi lavoratori sono infatti diventati, con le nuove regole fiscali, “incapienti”, subendo così una grave perdita salariale.

“Questo è un errore che va corretto rapidamente. Non vorremmo che questa correzione passasse inosservata”, avverte Damiano. Il Presidente di Lavoro&Welfare sottolinea l’importanza di un’azione rapida da parte del Governo e delle Commissioni Lavoro di Camera e Senato. Secondo Damiano, la soluzione al problema è semplice: basterebbe un emendamento al decreto-legge 5 febbraio 2020 n. 3 (Misure urgenti per la riduzione della pressione fiscale sul lavoro dipendente), così come modificato nell’ultima legge di Bilancio.

“Questa modifica, voluta dal Governo, comporterà una perdita di 1.200 euro nel 2025 per i lavoratori con redditi già al limite. I cosiddetti ‘lavoratori poveri’ aspettano una risposta rapida e giusta”, conclude Damiano. La questione è ora nelle mani delle istituzioni, che dovranno dimostrare se hanno la volontà politica di correggere questo errore e restituire i diritti persi a una fascia di lavoratori che non può permettersi di essere ulteriormente penalizzata.

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