“La costruzione di una dimensione europea, dalla difesa al mercato unico, al mercato dei capitali” prevede “indubbiamente un aumento del bilancio europeo per tantissime ragioni, e però bisogna anche eliminare gli sprechi, perché noi parliamo sempre degli sprechi nazionali ma ce ne sono tanti anche che sono europei”. Lo ha detto Mario Draghi, consulente speciale della presidente della Commissione Ue, replicando alle domande dei parlamentari durante la sua audizione davanti alle Commissioni riunite Bilancio, Attività produttive e Politiche Ue di Camera e Senato in merito al Rapporto sul futuro della competitività europea.
“Parliamo per esempio dei finanziamenti alla ricerca. Fondamentalmente- ha spiegato Draghi – l’Europa spende in percentuale del Pil lo stesso finanziamento degli Stati Uniti, però i nostri programmi di finanziamento della ricerca sono completamente frammentati. Prima di tutto sono frammentati tra l’Europa, tra Bruxelles e singoli Paesi, secondo sono frammentati all’interno dell’Europa, perché vanno a finanziare tantissimi programmi, e poi sono frammentati all’interno dei nostri Paesi, quindi il nostro finanziamento manca di una qualità essenziale per lanciare grandi progetti innovativi dal punto di vista tecnologico, quello che si chiama intensità. Noi applichiamo un po’ di denaro dappertutto, poi però la vera differenza tra gli Stati Uniti e noi è il finanziamento privato alla ricerca, e lì la differenza è di 270 miliardi all’anno: questa è la differenza, e quindi la domanda che il Rapporto si pone e a cui dà una serie di risposte, è come si fa ad aumentare il finanziamento privato alla ricerca e all’innovazione”.