Quando si è giovani, entusiasti e si sta per iniziare un percorso professionale autonomo, è facile concentrarsi sugli obiettivi e trascurare le implicazioni fiscali.
Andrea, 26 anni, neolaureato in economia, stava per commettere un errore che avrebbe potuto costargli molto. Ma ha fatto una cosa giusta: ha chiesto una consulenza fiscale prima di aderire a un percorso formativo.
Andrea era interessato a un’iniziativa promossa da una banca italiana: un programma di formazione di sei mesi, con contributo economico mensile di 1.300 euro, finalizzato alla preparazione per l’esame da consulente finanziario e assicurativo. Al termine, avrebbe potuto collaborare con la banca aprendo una Partita IVA.
Il suo dubbio era legittimo: ricevere un compenso dalla banca prima dell’inizio dell’attività professionale, e poi iniziare a lavorare come consulente per la stessa, avrebbe potuto escluderlo dal regime forfettario?
Grazie alla consulenza fiscale ricevuta prima di firmare qualsiasi adesione, Andrea ha potuto analizzare la sua situazione alla luce della normativa in vigore e della Risposta n. 3/2024 dell’Agenzia delle Entrate.
Questa risposta chiarisce che il contributo economico previsto dal corso formativo non è da considerarsi un reddito da lavoro subordinato o autonomo, ma un reddito assimilato a quello da lavoro dipendente, percepito nell’ambito di un’attività formativa.
Questo significa che, anche se Andrea in futuro collaborerà con la stessa banca in qualità di consulente, potrà comunque accedere al regime forfettario nel 2025, a condizione che siano rispettati tutti gli altri requisiti previsti.
La consulenza fiscale gli ha permesso di fare una scelta consapevole, evitando un errore comune tra i giovani professionisti che si affacciano per la prima volta all’attività autonoma: aprire Partita IVA senza aver verificato se ci siano cause ostative che compromettono l’accesso al regime forfettario.
Cosa possiamo imparare dal caso di Andrea?
- Le borse di studio e i contributi economici per la formazione non sono automaticamente incompatibili con il regime forfettario, ma vanno valutati caso per caso.
- La normativa prevede specifiche cause ostative, tra cui la collaborazione con ex datori di lavoro o committenti.
- Una consulenza fiscale preventiva consente di evitare errori e scegliere con sicurezza quando e come avviare la propria Partita IVA.
Conclusione
Andrea ha potuto aderire al programma formativo e progettare l’apertura della sua Partita IVA in modo corretto solo grazie a una verifica preventiva.
Se anche tu stai valutando un percorso simile o stai per iniziare la tua attività autonoma, il consiglio è semplice:
prima di firmare o aprire una Partita IVA, chiedi una consulenza.
Può fare la differenza tra iniziare con i vantaggi fiscali del forfettario o dover rinunciare a un’opportunità per un errore formale.