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La storia dei referendum italiani: 78 voti, 39 quorum superati

Da quello istituzionale del 1946, per scegliere tra monarchia e Repubblica, a quelli che hanno riguardato la scelta su aborto e divorzio: gli italiani sono stati chiamati a votare per un referendum 78 volte. In particolare, dal dopoguerra a oggi, sono stati 67 quelli abrogativi, 4 quelli costituzionali e uno consultivo.

Per quanto riguarda gli abrogativi, il
quorum del 50% più uno degli aventi diritto al voto, dal 1974 al 2022, è stato raggiunto in 39 occasioni, mentre in 28 non è stata superata la soglia. Il primo referendum fu quello del 2 giugno di 79 anni fa: 24.946.878 cittadini (89,1%) si recarono alle urne. I Sì alla Repubblica furono 12.718.641 (54,3%), i No 10.718.502 (47,73%).

Il 12 maggio 1974 è la data del referendum abrogativo della legge sul divorzio. I No all’abrogazione furono 19.138.300 (59,3%) e si imposero sui 13.157.558 (40,7%) Sì. L’11 giugno 1978 è la prima volta in cui si vota su due quesiti referendari insieme: uno per l’abrogazione della legge sul finanziamento dei partiti e l’altro sull’ordine pubblico; la percentuale dei votanti fu 81,1%.

Nel maggio del 1981 gli italiani furono chiamati a esprimersi su 5 quesiti. Uno di questi proponeva di abrogare quasi completamente la legge n.194 sull’interruzione di gravidanza: il 68% dei votanti bocciò la proposta.

Negli anni l’istituto della democrazia diretta è stato utilizzato per i temi più disparati: dal nucleare alle sostanze stupefacenti, dalle interruzioni pubblicitarie all’ordinamento giudiziario, fino alla caccia.

Nel 1989, il primo e finora unico referendum consultivo, fu relativo al conferimento o meno di un ipotetico mandato costituente al Parlamento europeo, i cui rappresentanti italiani venivano eletti contestualmente. Il Sì vinse – come scrive Marco Maffettone su Ansa – con l’88,3%. Il primo referendum costituzionale si svolse il 7 ottobre 2001 e riguardava la riforma del Titolo V della Carta. Dei 49,4 milioni di aventi diritto, votarono solo 16.843.420, cioè il 34,05%. Il Sì si impose con il 64,21% contro il 35,79% dei No.

Nel 2006 il referendum riguardava la riforma federalista. Il 25 giugno di quell’anno votarono in tutto 26.110.925 italiani, pari al 52,46%. Questa volta furono i No ad avere la meglio, con il 61,29% contro il 38,71% dei Sì. Il 4 dicembre 2016 gli elettori vennero chiamati a pronunciarsi sulla riforma Renzi-Boschi, che a sua volta rivedeva la riforma del Titolo V e introduceva il Senato federale. Si recarono alle urne 33.244.258, pari al 65,48%. La vittoria del No sul Sì fu netta: 59,12% a 40,88%. Per quanto riguarda il sistema elettorale, dal 1991 a oggi sono stati indetti 7 referendum. Di questi, 2 hanno avuto successo, mentre gli altri sono stati dichiarati non validi per mancato raggiungimento del quorum o sono stati bocciati dalla Corte costituzionale.

L’ultima tornata referendaria è del giugno 2022, in tema di giustizia. Il quorum non è stato raggiunto: l’affluenza si è fermata al 20,9%.

 

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