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Il progetto di Pace “Ars Aevi” candida Sarajevo al Nobel per la Pace 2018

“Ars Aevi/Arte dell’epoca” ma anche l’anagramma di Sarajevo – spiega il suo fondatore Enver Hadziomerspahic – è una mostra che è stata ospitata presso il Complesso di vicolo Valdina della Camera dei Deputati dal 18 al 28 luglio. Il progetto, espressione etica di una volontà collettiva internazionale, è nato nel primo anno di assedio di Sarajevo nel 1992, durante il conflitto in Bosnia ed Erzegovina scoppiato all’indomani della dissoluzione della Repubblica Socialista Federale di Iugoslavia.

L’idea, concepita durante la Resistenza – che durerà fino al 1996, il più lungo assedio nella storia bellica moderna – era quella di invitare artisti di tutto il mondo a donare delle opere che potessero, in futuro, comporre una collezione per il nuovo museo di arte contemporanea mondiale a Sarajevo.

Nel 2016 l’Unione Europea ha compiuto uno studio di fattibilità per la costruzione del museo, disegnato dal celebre architetto Renzo Piano e donato alla città olimpica. Nello stesso tempo quattro Municipi e il Consiglio comunale della stessa hanno approvato l’iniziativa ufficiale per la candidatura del Progetto Ars Aevi al Premio Nobel per la pace nell’anno 2018, anno in cui si auspica abbiano inizio i lavori di edificazione nell’ambito del programma per la ricorrenza del centenario della fine della Prima Guerra Mondiale. Un solenne atto di inizio dopo la distruzione dei bombardamenti degli anni 90. I fondi stanziati per la realizzazione provengono dal Ministero degli Affari Esteri italiano in collaborazione con l’Unesco.8

Le pitture e sculture esposte sono state selezionate tra le nove collezioni d’arte che hanno raccolto l’invito di Ars Aevi dal 1992 al 2007. Direttori artistici di rinomati musei, centri e fondazioni europei, hanno assunto il ruolo di organizzatori delle mostre fondatrici – realizzate a Milano, Prato, Ljubjana, Venezia, Vienna, Bolognano, Istanbul, Podgorica e Sarajevo – nelle quali artisti di tutto il mondo hanno presentato e donato a Sarajevo le loro opere più rappresentative.

Nello spazio espositivo della Sala della Sacrestia, è presente l’opera monumentale “Luogo di Raccoglimento Multiconfessionale e Laico” del maestro Michelangelo Pistoletto, il primo artista a donare una propria opera nel 1994 ( La porta dello Specchio). Si tratta di uno spazio suddiviso in cinque sezioni, separate da una griglia, disposte attorno ad un’area centrale come i petali di un fiore. In quattro sezioni è collocato il simbolo di una religione, nella quinta, dedicata ai laici e a ogni altra confessione, alcuni libri. L’area centrale ospita il Metro cubo d’infinito, un’opera di Pistoletto del 1966, costituita da un cubo formato da sei specchi con la superficie riflettente rivolta verso l’interno. 7“Il primo fuoco intorno a cui si sono radunati gli esseri umani era il centro della società. La prima pietra che ha raccolto la gente intorno a sé era allo stesso tempo una scultura e un altare. La prima persona che ha posto al centro del gruppo quella pietra e ha graffiato la caverna era artista e profeta. Questo spazio di raccoglimento vuole essere oggi un luogo profetico dell’arte.” (M. Pistoletto, pubblicazione per l’inaugurazione dell’opera, Bureau des Compétences, Marseille 2000).

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