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Giorgia Meloni rilancia la destra con la conferenza programmatica di Fratelli d’Italia a Milano

Dal palco della conferenza programmatica di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni a Milano è chiara .. 

Ieri ha snobbato gli alleati mettendo al centro il suo partito e le sue idee, confermando con orgoglio la sua corsa per la premiership. Oggi, Giorgia Meloni (ph. uff stampa FdI), lancia un ramoscello di ulivo al centrodestra, ma da una netta posizione di forza, parlando già da front-runner della coalizione, con un occhio a Palazzo Chigi. Tanto da indicare alcuni provvedimenti del suo futuribile programma di governo.

“Attuerei il principio ‘più assumi meno paghi’: una detassazione sulle imprese sul fatturato commisurata alla quantità di manodopera rispetto al fatturato; detasserei quella parte della pensione che gli anziani dedicano al sostentamento dei loro figli e nipoti; farei un ministero del mare; e magari un liceo del Made in Italy per dare manodopera d’eccellenza al settore”, dice nella convinzione che “il campo dei conservatori possa conquistare la maggioranza e oltre degli italiani”. “il mio obiettivo è rappresentare il campo del centrodestra con orgoglio e senza alcuna sudditanza – spiega – rispetto alla cultura della sinistra: spero che gli alleati vogliano costruire questo campo con me. Se lo vogliono fare allora bisogna semplicemente darsi delle regole”.

“I progressisti ci hanno raccontato in questi anni un mondo che non esisteva, una globalizzazione senza regole: noi vogliamo tornare al realismo e al buon senso”, rilancia. Dopo aver incassato l’ovazione degli oltre 4.000 delegati, sicura di aver vinto la sfida della kermesse milanese, Meloni decide di spendere questo “tesoretto” politico aprendo al dialogo, dicendosi disponibile a un vertice tra i leader, arrivando persino ad aprire le porte a Matteo Salvini alla sua Conferenza programmatica.

“Ne so quello che sapete voi, se passasse a salutare sarei contenta. Sarebbe anche carino”, risponde rilassata ai cronisti in una pausa dei lavori. A questo punto pare che il segretario leghista deciderà nelle prossime ore il da farsi. Ma allo stesso tempo, evita di farsi ingabbiare dal politicismo sterile ribadendo che “la soluzione dei problemi viene prima delle persone”. “La verità – ammonisce – è che alla gente non gliene frega niente quando si vedono Salvini e Meloni. Chi ha paura di perdere il lavoro, chi teme che gli chiuda l’impresa, chi ha paura della guerra in casa non penso siano contenti di sentire quando si vedono i loro referenti politici”. Insomma, sembra essere una leader certa del suo destino, a cui non interessa stravincere. E esorta tutti alla responsabilità.

“Siamo in mezzo alla bufera. E le bufere non si affrontano dicendo ‘io sono più bravo di tè, quello si fa all’asilo”. Un monito alla serietà che riecheggia appunto i toni che usava Silvio Berlusconi nei confronti dei suoi alleati quando Forza Italia era stabilmente il primo partito italiano. Sa bene che i nodi ancora aperti nel centrodestra sono tantissimi: il 12 giugno ci saranno le amministrative e in Sicilia la leader Fdi ha la soddisfazione di incassare un altro punto rilanciando la candidatura di Roberto Lagalla. Candidatura su cui si sta trattando, sia pure con molti mal di pancia tra i sostenitori di Francesco Cascio. Nelle ultime ore si va ad oltranza per evitare la temuta spaccatura nella corsa al comune di Palermo. Del resto, dopo tre mesi di totale incomunicabilità tra Meloni e il segretario leghista sarà difficile che tutte le scorie che aleggiano nel centrodestra vengano spazzate via nell’arco di poche ore. Ma Meloni non vuole spargere altro sale sulle ferite, dice che vuole fare “sintesi”, ma senza rinunciare alla propria identità programmatica: “Noi qui a Milano vogliamo fare un lavoro molto serio sui vari temi, poi porteremo questo contributo al tavolo della coalizione per fare la sintesi. Tuttavia – insiste – l’importante è che gli italiani sappiano che c’è qualcuno che vola alto rispetto alle nostre beghe quotidiane”.

E per “volare alto”, l’ex ministro della Gioventù ha invitato ai lavori di questa tre giorni figure di spicco della politica, ma anche della cultura, come delle istituzioni: tra loro l’ex presidente del Senato Marcello Pera, l’ex ministro del Tesoro, Giulio Tremonti, quindi l’ex Pm Carlo Nordio, candidato da FdI persino al Quirinale, Paolo Del Debbio, l’ambasciatore Stefano Pontecorvo, Luca Ricolfi, e Stefano Antonio Donnarumma, amministratore delegato e direttore generale di Terna. Un gruppo di ‘all star’ tutto al maschile, invitati di eccezione dell’unico partito guidato da una donna.

Contributo dell’inviato per Ansa Marcello Campo 

 

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