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Referendum: chi vota Sì e chi vota No?

La campagna sul Referendum costituzionale torna ad accendersi dopo la pausa per le elezioni presidenziali americane. Manca meno di un mese al 4 dicembre, vediamo quindi quali sono le indicazioni di voti dei principali partiti, delle associazioni e degli opinion leader:

PD E SINISTRA PER IL Sì
Ovviamente in testa Matteo Renzi: Maria Elena Boschi, autrice del testo, maria_elena_boschi_riforma_approvata_ansa_15-1024x683incassa ok da Orfini a Fraceschini, la maggioranza del Partito Democratico è col premier. Il Sì ora ha l’approvazione anche di Gianni Cuperlo, ricevuto dopo un accordo sulle modifiche alla legge elettorale. Renzi spera così di aver stroncato la minoranza del partito che si oppone alle modifiche costituzionali. “Voterò sì ma Renzi non passi da rottamare a dividere” ha dichiarato il deputato ex-presidente del Partito Democratico, ponendo l’attenzione sulla coesione del PD. Dichiarazioni favorevoli anche da Emma Bonino, dal PSI e dai Radicali. Rosy Bindi ha preferito di non esplicitare la propria decisione e non fare propaganda, ma è probabile il suo voto favorevole.

MINORANZA PD E SINISTRA PER IL NO
logo-comitato-no14Agguerritissimo Massimo D’Alema, l’ex-segretario dei DS ha parole molto dure per il premier: “Renzi parla per slogan, perché difendere il nuovo testo costituzionale è impossibile. La vittoria del NO riapre una speranza per la sinistra e per il centrosinistra e non fa precipitare il Paese nel caos.”
Pierluigi Bersani, pur avendo votato per tre volte a favore della Riforma, vota NO e mette in accusa gli aderenti al partito: “Il Pd marcia con arroganza e sudditanza – ha dichiarato in questi giorni -. Io direi ai ‘Leopoldini’ risparmiate il fiato, le persone stanno già andando via dal partito. Non farò scissioni ma sento un brivido quando sento voci che dicono “fuori, fuori'”. Con lui il deputato Roberto Speranza e i senatori Walter Tocci e Miguel Gotor.
Civati, Sinistra Italiana e quel che rimane di SEL. Il partito di Nichi Vendola è infatti prossimo a sciogliersi, ma non prima della votazione. Arturo Scotto si affida ai cittadini dicendo “confidiamo nella saggezza degli italiani“.

LA DESTRA NO, IL CENTRODESTRA NIiovotono-300x162
Idee chiare per Salvini, Meloni e Brunetta: la sconfitta del Sì aprirebbe una crisi di governo e di consensi verso il PD che li riporterebbe in gioco alle prossime votazioni, il loro non è un voto contro la Riforma ma contro l’egemonia politica del premier (“Un bel NO per dire ‘Ciaone’ a Renzi” scrive Brunetta su Twitter; “Il Referendum è la colossale truffa di Renzi” la Meloni) e magari prendere il controllo nel centrodestra dove Berlusconi ha indicato in Stefano Parisi il suo successore. Da loro due il NO del 4 dicembre non appare convinto e convincente.
I Sì arrivano da Denis Verdini, che ormai appoggia Renzi anche fuori dalle votazioni parlamentari, e ovviamente Angelino Alfano che ritiene “il contenuto della Riforma in linea con le tradizionali convinzioni del centrodestra“. Dello stesso avviso Flavio Tosi, fuoriuscito dalla Lega Nord, e un resuscitato Pierferdinando Casini, in rotta con la stessa UdC. Curiosa (e per nulla scontata) l’adesione al NO del’Umi (Unione Monarchica Italiana)

imageM5S NO, SENZA CONOSCERE LA COSTITUZIONE
Scontato il NO di Beppe Grillo e dei suoi. Lasciano però molto perplessi le motivazioni e le dichiarazioni degli esponenti, in particolare quelli di punta: sia Di Battista che Di Maio sono apparsi molto vaghi sulle ragioni della scelta (clamorose le gaffe e le imprecisioni storiche durante i comizi). Il loro è un altro NO in chiave anti-renziana.

LE ASSOCIAZIONI E GLI INDUSTRIALI
Archiviata l’adesione al Comitato per il NO da parte dell’Arci, un NO molto più forte arriva dall’Anpi. Il presidente Carlo Smuraglia ha scelto una linea durissima che potrebbe però distruggere l’associazione stessa: dall’espulsione della senatrice Puppato alla manifestazione di Latina insieme a Forza Nuova, l’Associazione partigiani d’Italia pare aver perso la bussola. Non tutti appoggiano la scelta di Smuraglia, come la partigiana combattente Teresa Vergalli. Alcuni mesi fa un gruppo di iscritti hanno lanciato una petizione su change.org, per rivendicare il diritto a “manifestare pubblicamente l’appoggio alle riforme costituzionali“.
Tra gli industriali, Vincenzo Boccia da Confindustria, Oscar Farinetti, Sergio Marchionne, Tronchetti Provera e anche Coldiretti hanno dichiarato esplicitamente il loro voto a favore. Tra chi non si schiera, l’ad di Enel, Francesco Starace, che ha detto di voler approfondire il tema per “decidere sul merito” poco prima del voto.

o-fiorello-facebookGLI ARTISTI E I VIP
Molto di moda dopo le uscite delle star pro-Clitron e pro-Trump, proviamo anche noi a fare un quadro italiano. Meriterebbe un capitolo a parte per numero e “colore” delle dichiarazioni, spesso confuse e fuori tema. Ma il loro mestiere non è la politica, quindi ci limiteremo a farne un elenco parziale:

SI: Roberto Benigni, Claudio Bisio, Ilaria D’Amico, Susanna Tamaro, Alessandro Cecchi Paone, Flavio Briatore, Umberto Galimberti, Giampiero Mughini, Natasha Stefanenko, Oliviero Toscani, Stefania Sandrelli, Federico Moccia, Paolo Crepet, Liliana Cavani.

NO: Sabrina Ferilli, Elio Germano, Piero Pelù, Claudio Santamaria, Fiorella Mannoia, Toni Servillo, Erri De Luca, Fedez, Alba Parietti, Sabina Guzzanti, Leo Gullotta, Anna Oxa, Maurizio Crozza, Andrea Camilleri, J-Ax.

FORSE: Disarmante (e disperato) Rosario Fiorello risponde così alle pressanti domande dell’Ansa: “Se mi schiero mi lapidano come è successo a Benigni, se non lo dici sei un qualunquista. Quindi al referendum voto forse”.

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