“Non moriremo democristiani”: il titolo di Luigi Pintor pubblicato dal Manifesto il 28 giugno 1983 si sbagliava clamorosamente? L’ultima proposta politica del centrodestra infatti è quella di ritrovare le origini e rifondare il partito che ha governato il paese per decenni: la Democrazia Cristiana.
Il ritorno della DC, dunque. L’ennesimo. Gianfranco Rotondi rimette in moto il cantiere dell’area ex scudocrociata, avvia una costituente e annuncia di voler coinvolgere, o almeno tenterà di farlo, i ‘gemelli di San Ginesio’, ovvero i due ex segretari dc Forlani e De Mita. Due giovanotti.
Le associazioni di ispirazione democristiana hanno annunciato la sospensione delle attività per la creazione di un soggetto unico con presidente Rotondi. Lo stesso Rotondi annuncia la nuova costituente avrà a capo un coordinatore, Giampiero Catone. Compito dell’associazione – spiega sempre una nota – è preparare gli Stati generali della Democrazia Cristiana previsti a Roma per definire la missione del nuovo partito. L’associazione presenterà liste elettorali “utilizzando i diritti elettorali acquisiti dall’ultima Democrazia Cristiana presente in Parlamento, ossia la Dc fondata nel 2004” da Rotondi e “tale formazione politica, a cui si intestano i diritti elettorali all’uso del nome, tornerà pertanto provvisoriamente in vita fino alla definizione finale del progetto partito. Mandato a Rotondi perché prenda contatto con tutti i movimenti che, a vario titolo, rivendicano la tradizione democristiana”, e in particolare appunto con gli ultimi segretari politici del partito, Arnaldo Forlani e Ciriaco De Mita.
Gli stati generali sono stati annunciati con le date definitive che vanno dal 23 al 25 novembre. “Mi recherò personalmente a Bologna a invitare il presidente Romano Prodi a contribuire alla discussione”, dichiara Rotondi. Attendiamo impazienti.